Capital & Lonely Planet 2016. Isola d’Elba

Capital & Lonely Planet 2016. Isola d’Elba

Isola d’Elba 19 – 23 giugno 2016

Isole disabitate e deserte. Difficili da raggiungere, faticose da percorrere. In questo arcipelago però c’è anche l’Elba, che è grande, quasi 100 volte Giannutri, accogliente. Sa essere morbida e disponibile, a volte, in altri casi arcigna e fiera. Non è una sola isola, ma tante isole insieme.

Troppo grande per essere piccola, troppo piccola per essere grande, così è l’Elba, la terza isola italiana. 224 kmq, 8 comuni, 32.000 residenti, oltre 100 spiagge, una montagna che supera i 1000 metri, boschi di castagno, rigogliose leccete, profumata macchia mediterranea, miniere di ferro, pievi romaniche, borghi medievali, forti e fortezze rinascimentali, residenze imperiali. Difficile definirla in una sintesi che le renda giustizia sulla sua essenza.

Spero di aver fatto scoprire ad Angelo e Doris, compagni e amici di questo viaggio, che l’Elba è anche tutto questo e non è sola, sperduta nell’immensità blu dell’alto Tirreno, è il cuore pulsante di un arcipelago, con altre sei, più piccole sorelle, damigelle ammalianti e misteriose in cui, sommersi da intriganti storie e profumate scogliere, è facile, perdersi. Oggi le sette isole toscane costituiscono una grande area protetta (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano), una delle più importanti d’Europa.

Nel primo giorno elbano chiedo ai miei ospiti il sacrificio di navigare ancora per mare. Partiamo da Porto Azzurro verso Capo Calvo, estremità meridionale del Monte Calamita. Ecco il fascino luminoso e splendente delle piccole calette, delle spiagge in sabbia, delle scogliere a picco segnate da una impetuosa e possente storia geologica. Siamo nel versante orientale dell’isola, nelle miniere che si affacciano a sud. Straordinarie e selvagge le spiagge, qui è scritta davvero la storia geologica del pianeta: rocce metamorfiche, skarn, marmi, calcari, ofioliti, minerali (epidoto, crisocolla, limonite, pirite, magnetite), sabbie nere con microcristalli di ematite. Ci concediamo la sosta pranzo nella piccola baia di Calanova, qui Simona ci accoglie e ci incanta con la cucina del suo romantico ristorante sulla spiaggia. Lasciamo il verdissimo promontorio e in una delle sue calette incontriamo il corsaro, Alfredo Guglielmi, come dire l’apnea all’Elba, patron dei record di Mayol, Pellizzari e Bandini.

Nei giorni successivi abbiamo a disposizione per leggere e interpretare la nostra Elba solo il pomeriggio. La mattina ci sono le dirette (quella del lunedì è dedicata a Giannutri, poi la puntata su Montecristo e tre puntate per l’Elba). Sono quattro pomeriggi intensi che servono, a Doris, Angelo e Gianni, per raccogliere stimoli, spunti e predisporre le tre puntate in diretta dedicate all’Elba.

Isola d’Elba, orti e miniere. Ho visto crescere e nascere questo posto. Ho condiviso con Hans le gioie e il grande dolore per le incomprensioni con la gente del posto. Oggi Santa Caterina, grazie anche ad Andrea continua ad essere un luogo particolare, magico e assoluto, ma soprattutto è riuscito a recuperare pienamente la fiducia delle gente e a dimostrare che le buone pratiche e il buon senso pagano sempre. Per me è un luogo vissuto intensamente, memore delle grandi battaglie ecologiste contro industrie chimiche, per salvare dalla speculazione questo struggente e sfuggente pezzo di isola. Ricordi che passano anche tra le tante serate solidali organizzate per la raccolta fondi: magia e poesia. L’orto, grazie a Roberto Ballini, infaticabile curatore, e al Parco Nazionale è una bella e solida esperienza per la tutela della biodiversità dell’arcipelago, che l’Eremo e la chiesa impreziosiscono.

Il tempo scorre veloce, ed io sono in difficoltà, devo scegliere tra i mille stimoli che l’Elba, so perfettamente, è capace di offrire. Così scelgo i luoghi della mia infanzia. Il paese, Rio Marina, le miniere, Valle Giove e Vigneria con la Laveria Pirite. Dalla piccola spiaggia, dove abitavo, spesso portavo il pranzo al mi babbo che lavorava a Vigneria. Entravo nei giganteschi impianti per il traposto del minerale e ancora oggi percepire quell’odore equivale ad un’epifania, e mi sento addosso tutto l’amore paterno che troppo presto si è dileguato. Ovviamente non basta, passo attraverso la miniera del Portello ed arrivo fino a Rio Albano. Qui venivamo a raccogliere da bambini, vicino al Cantiere delle Conche, i piccoli cristalli cubici di pirite. Sono un po’ geloso di questo luogo, molti ormai lo conoscono e lo decantano ed io soffro per il loro poco amore. Infatti ci accompagno solo chi lo può apprezzare intensamente.

E’ un luogo singolare, forse non rifulge di bellezza assoluta come i panorami che si aprono sul mare, nascondendo strapiombi e scogliere incontaminate. Ma è, forse,  un paesaggio dell’anima, che può a chi sappia guardare ed ascoltare, regalare emozioni forti e profonde. Siamo a est dell’isola d’Elba, in pieno versante minerario, nelle millenarie cave del ferro che si affacciano sul Tirreno.

Qui restano le straordinarie testimonianze dei vetusti impianti: un patrimonio di archeologia industriale che si è progressivamente deteriorato per la mancanza di un preciso piano di riconversione. Un male italiano, purtroppo. Restano, oltre i piccoli tratti superstiti di ferrovia decauville (quella a scartamento ridotto), i vagoni che trasportavano il minerale, i silos, le macchine escavatrici e poco altro ancora; resta anche la memoria che pian piano si perde dei vecchi minatori (ormai gli ultimi) e restano queste vecchie cave, che oggi sono l’ingrediente più spettacolare di questo parco dei minerali dell’isola d’Elba.

Insomma arriviamo all’interno dello straordinario cantiere delle Conche. E’ uno dei pochi cantieri in cui era organizzata l’estrazione in galleria, la via ferrata entrava nelle viscere della terra e i vagoni ne uscivano carichi di pirite da avviare alla caricazione presso i pontili rivieraschi. Il trenino gommato può condurvi fino al cantiere, ma l’ideale è arrivarci a piedi gustandosi la progressione di un paesaggio che ad ogni passo riserva una sorpresa. L’ultima grande sorpresa è quella di trovarsi sul ciglio di una enorme voragine sul cui fondo è adagiato uno stupefacente lago di acqua rossastra. I pendii sono segnati da una varietà sorprendete di colori, sul fondo piccoli cristalli cubici di pirite, il giallo intenso dello zolfo, il rosso abbagliante dell’ocra, il blu acceso che si trasforma gradualmente nel verde del rame. Tutt’intorno l’azione decisa della vegetazione mediterranea che ha riconquistato prepotentemente, dopo che l’attività di escavazione mineraria è cessata, il suo territorio,  riempendo con il verde intenso e indistinto ogni angolo, ed inebriando l’aria con il suo multiforme profumo fatto di fragranze decise e aromatiche. Ma è quell’acqua, nel fondo, rossa e cupa, luminosa e sfuggente che ammalia e inquieta.

Isola d’Elba, ortoclasio e sentieri. Una breve pausa per il pranzo e poi, l’equipaggio al completo (Ganni, Tommaso, Doris, Angelo, Ombretta) si sposta verso l’imponente montagna di granito che segna con la sua mole il versante occidentale dell’Elba. Leccete, boschi di castagno, verdi valli, sorgenti: è il nord dell’isola. Marciana Marina, la nostra prima sosta. Ci fermiamo da Nena e Tommy, lei elbana, lui amico d’infanzia di Tommaso. Il loro piccolo, segreto, accogliente e magico atelier, ci incanta (http://www.nena-tomy.it) e ci regala momenti di autentica amicizia. Davvero da non perdere. Ma ci aspetta la montagna e saliamo verso Poggio. D’obbligo la sosta alla Fonte Napoleone, qui ritemprossi il mitico uomo corso in attesa di vedere sconfitta la sua aquila per sempre a Waterloo. A Marciana, dalla terrazza in prossimità della Casa del Parco, ammiriamo la vista sulla marina e sul profilo imperioso delle vette granitiche, e all’orizzonte tutta l’isola che si protende verso la costa toscana. La nostra strada prosegue, giriamo intorno al massiccio montuoso. E’ il mondo arcaico della cultura contadina elbana, dei romantici sentieri sul mare, del trekking e dei percorsi per i più allenati. Ci fermiamo a Patresi, da Vicenzo.  Insisto alla spasimo sulla straordinaria natura geologica dei luoghi, sul granito e sui suoi minerali… tutti ricorderanno l’ortoclasio. E Vincenzo ci ammalia invece con i suoi racconti, con il tramonto unico e irripetibile che si gode dal suo piccolo albergo (l’hotel Belmare)  e con la cucina del suo chef, Mirko Lanari, che prepara l’impepata di cozze in 16 modi diversi. Devo pensare al programma per i giorni che restano e decido di far vivere a tutti un assaggio: telefono a Luigi, compagno di scuola. Oggi è uno dei messaggeri del mare che nuota sempre, in ogni stagione, armato solo di occhialini e costume da bagno, dedicando le sue imprese a scopi solidali e ambientali (http://www.messaggeridelmare.it). Restano tutti sopresi della sua traversata dalla Corsica all’Elba. Siamo all’estremità occidentale dell’isola, dobbiamo rientrare, la strada sarà tortuosa e lunga.

Isola d’Elba, dune e vigneti. Oggi ci regaliamo un breve e intenso momento di mare. A Lacona la nostra sosta per il pranzo, da Francesca. Sembra un posto molto turistico, frequentato da molti avventori balneari, ma il suo ristorante offre una cucina autentica, semplice e genuina (http://www.bagniorano.com). Lacona è una delle più lunghe ed accoglienti spiagge in sabbia dell’isola, ed è l’unica che conserva ancora, superstite, un piccolo lembo di duna costiera. Dopo varie peripezie, il Parco Nazionale ha acquistato l’area in cui ricadono le formazioni dunali, il progetto per il loro recupero sta per partire. Una breve visita a questo straordinario ambiente offre la possibilità di conoscere le dinamiche dell’evoluzione della costa, la sua vegetazione, estremamente specializzata, come tutti gli animali che qui hanno il loro habitat. A piedi raggiungiamo Sara, la pastora. La sua è una storia insolita, la sua è una sfida fatta di coerenza, sacrificio e impegno costante. Il suo amore per la natura e per gli animali sfocia nel suo quotidiano lavoro con l’allevamento delle sue pecore, con la sua produzione casearia, e con il costante impegno per divulgare un messaggio di sobrietà e sostenibilità. Regali rurali, la sua azienda è un vero regalo e una profonda esperienza per tutti (http://regalirurali.it),  grazie Sara!

Isola d’Elba, borghi costieri e nuotatori. E’ il nostro ultimo viaggio sull’isola, è l’ultimo itinerario che ci aspetta. Scegliamo ancora l’ovest, e dopo una breve sosta a Marina di Campo, reginetta del turismo elbano, attraversiamo la costa sud, segnata dalle incantevoli baie granitiche di Cavoli, Seccheto e Fetovaia. Poi la costa cambia aspetto. Dalle bianche scogliere di granito passiamo alle verdi e scure rocce ofiolitiche che offrono le spettacolo di spiagge selvagge ed assolate. Arriviamo a Pomonte. E’ un piccolo borgo contadino incastonato nella montagna ai piedi del massiccio di Monte Capanne; come Chiessi, il vicino borgo gemello, raccolta la storia di questo pezzo di isola. Storia legata all’agricoltura, con i terrazzamenti, i saltini, come li chiamano qui, che arrivano a 600 metri, salendo le ripide pendici della montagna. Qui incontriamo Lia, con il suo bar delle rondini e Pier Luigi con la storia delle sue imprese per mare. Il mare insegna a sentirci piccoli, ci fa capire come è grande e straordinaria la natura … poesia e amore nelle sue parole. Impressionanti e appassionati le sue imprese: Montecristo, Lampedusa, Taranto, Ostuni, per difendere i cetacei, contro l’inquinamento, per l’integrazione e l’accoglienza. Avremmo dovuto immergerci con lui nel suo mare, ma il forte vento non lo consente. scegliamo Fetovaia, più riparata, per una sosta. Ci accolgono con competenza e cortesia al Pino Solitario. Qui gli alberghi della Costa del Sole, come l’hotel Montemerlo e l’hotel Galli, sono all’avanguardia nelle buone pratiche, per il risparmio energetico, per il basso impatto ambientale, per la qualità che offrono agli ospiti.

Non ho mai amato questi luoghi d’estate, troppa gente e troppo frequentati, distanti anni luce dalla silenziosa atmosfera dei paesi minerari. Ma oggi Fetovaia regala una trasparenza dell’acqua incredibile. Prendiamo un patino e per me è il primo vero bagno d’estate, forse il primo a Fetovaia (in assoluto d’estate) … lo ricorderemo.

Chissà se sono riuscito a trasmettere ai miei ospiti l’essenza di questa mia isola. Forse. In alcuni casi la poesia può essere una sintesi, nelle diverse articolazioni del reale, e raccontare, con le emozioni e le visioni cose e situazioni varie e complesse come l’Elba, per questo credo sia stimolante offrirvi (in post a parte dal titolo ATTESA) le parole, intense, che mi ha regalato Ombretta, paziente e splendida compagna di una vita, che credo parli della sua isola, nel bene e nel male.

Buon mare a tutti.

http://download.capital.it/podcast/aroundtheworld/2016/world-podcast2016-06-20.mp3 puntata su Giannutri

http://download.capital.it/podcast/aroundtheworld/2016/world-podcast2016-06-21.mp3 puntata su Montecristo

Elba http://download.capital.it/podcast/aroundtheworld/2016/world-podcast2016-06-22.mp3

http://download.capital.it/podcast/aroundtheworld/2016/world-podcast2016-06-23.mp3

http://download.capital.it/podcast/aroundtheworld/2016/world-podcast2016-06-24.mp3

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