7 ottobre, ancora dolore e morte

7 ottobre, ancora dolore e morte

E’ stato un pogrom, una guerra crudele, come lo sono tutte, vicina al genocidio, come lo sono gli episodi nella nostra europea Ucraina. Niente può giustificare questi crimini.

Nulla può giustificare, in partenza, rapire ufficiali, giustiziare a bruciapelo vecchi e bambini, denudare una donna, oltraggiarla, colpirla a morte e gettarla insanguinata, come in una razzia d’altri tempi, sopra un furgone.

Nessuna circostanza attenuante può essere applicata per squadroni della morte che si filmano mentre si avventano su di una festa assassinando 260 ragazzi e prendendone altri in ostaggio.

Odio puro e semplice, una sola idea: il nemico, e il nemico è di troppo su questa terra con la conseguente volontà di estirparlo.

Ci sono un bel po’ di sponsor per un’azione per la quale Hamas non aveva né i mezzi militari né l’intelligenza tattica per condurre da solo.

Poi. La ferocia inaudita dell’attentato terroristico non avrebbe dovuto suscitare innanzitutto sdegno e solidarietà incondizionata? In primo piano, invece, si è manifestata una tendenza irresistibile che da ventidue secoli attraversa l’Occidente: individuare nel popolo ebraico la sola e unica causa del proprio male.

E il governo israeliano da decenni non perde occasione per attirarsi odio e violenza.

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