Elbaviva. 14 dicembre 1993

Elbaviva. 14 dicembre 1993

All’Assessore Ambiente Regione Toscana – Moreno Periccioli

All’Architetto Nuzzo – Dip. Ambiente Regione Toscana

All’Assessore Ambiente Provincia di Livorno – Gloria Crosato

Al Presidente della Comunità Montana dell’Elba e Capraia

Ai Sindaci dei Comuni dell’Arcipelago

A poche settimane dalla decisione governativa che dovrà dire l’ultima parola su quella che potrebbe diventare la più grande area marina ed insulare protetta del Mediterraneo (6.000 Kmq circa), il dibattito si è violentemente acceso.

Purtroppo, mancando una solida e razionale base conoscitiva della legge e delle sue possibili applicazioni da parte della popolazione e di molti degli amministratori elbani, che, come è risaputo, sono una schiera assai numerosa, l’argomento parco nazionale è spesso vissuto e drammatizzato in termini assolutamente irrazionali.

A questo risultato tanto prevedibile quanto prevenibile si è giunti grazie al contributo di diversi settori della società elbana e non: primo fra tutti il disinteresse delle amministrazioni locali, la diffusione di notizie false e tendenziose che sta creando un clima di tipo eversivo rispetto all’ordine pubblico in alcune frange per ora isolate della popolazione (emblematico è il caso dei vincoli a mare che sono stati proposti solo in alcuni tratti di costa prospicienti l’isola di Capraia, mentre nessuna area di tutela marina è per ora prevista all’Elba), il tentativo di cavalcare la protesta da parte di personaggi altrimenti in crisi di consensi e non ultimo l’atteggiamento del Ministero dell’Ambiente, che non solo non ha mai promosso un’azione informativa nella popolazione dell’Arcipelago, ma è addirittura uscito con posizioni che offrono la sponda a facili demagogie contro il parco.

In sintesi, pensiamo che da parte della Regione potrebbe esserci un decisivo passo in avanti per risolvere positivamente le tensioni a cui in questo momento è sottoposta la società elbana, ed in particolare si richiede:

1. che venga azzerata la zonizzazione apparsa sulla stampa in questi giorni, dove si divide l’Elba in ZONA 1 (che dovrebbero essere le successive aree A e B del parco, ma non è neanche scritto nella bozza di decreto!) e in ZONA 2 (C e D ?!).

Questa suddivisione del territorio è palesemente e scientificamente poco credibile, evidentemente frutto, nella migliore delle ipotesi, di un lavoro frettoloso e molto “teorico”, che secondo noi appare per certi versi anche provocatorio.

Chiediamo questo non solo sul merito della zonizzazione (1 e 2), ma anche e soprattutto perchè venga ristabilita la normale prassi di legge, che vede la regolamentazione del territorio tramite diversi gradi di tutela, fatta non da altri che dall’Ente parco.

Questo prevede la legge e ci sembra non legittimo che siano altri organi, seppure autorevoli e competenti, a farlo;

2. all’Elba non si discute più tra chi vuole il parco e chi non lo vuole, anche le associazioni venatorie ammettono la possibilità che sulla nostra isola vi siano zone a parco nazionale. Da parte nostra prendiamo atto con soddisfazione che la Consulta Tecnica del Ministero dell’Ambiente ha stabilito che non ci sono ragioni scientifiche per le quali qualche zona dell’Arcipelago Toscano debba rimanere fuori dal parco.

E’ pertanto molto difficile oggi legittimare un parco “a macchie di leopardo”. Quindi si prospettano tre diverse ipotesi veramente praticabili:

a. che il parco non si faccia, peggio per noi.

b. Che si seguano le indicazioni della Consulta Tecnica, prevedendo delle aree contigue, dove Regione ed Ente Parco decidano una regolamentazione tale da non impedire l’attività venatoria o altre richieste incompatibili anche nelle aree meno vincolate del parco.

Sarebbe questa una soluzione che aprirebbe secondo noi una quantità di contenziosi di non facile gestione, ma avrebbe il vantaggio di sgravare l’Ente di Gestione da una serie di problemi almeno per i primi anni, dando così il fiato necessario per impostare su basi solide e di consenso il progetto di parco.

c. La soluzione che auspichiamo è però un’altra. Ci sembra ragionevole e produttiva, perchè può contemperare molti interessi diversi e raccogliere il consenso di larga parte dell’opinione pubblica, nel pieno rispetto dello spirito e delle finalità della legge, senza forzature o pasticciati compromessi.

Il sindacato più rappresentativo dei lavoratori dipendenti (CGIL), l’associazione di categoria più importante degli imprenditori dell’arcipelago (Associazione Albergatori), e la Confederazione Nazionale degli Artigiani (CNA), sono decisamente d’accordo affinchè venga seguita l’indicazione della Consulta, cioè che tutto l’arcipelago, senza esclusione, sia perimetrato e zonizzato a Parco nazionale. A queste importanti voci dell’economia si aggiungono quelle di gruppi e movimenti d’opinione e religiosi (Acli). Noi ci associamo a questa parte di cittadini dell’Arcipelago nel chiedere che il Parco sia fatto su tutto il suo territorio, ed auspichiamo anche a mare, ma a precise condizioni, che vogliamo discutere con la Regione e col Ministero, affinchè venga rispettato lo spirito della legge che vuole un parco intero e non dimezzato, di sviluppo non solo economico, ma anche culturale e civile.

Per questo chiediamo un tavolo dove trattare, dove attraverso gli strumenti previsti dalla legge (zonizzazione, aree contigue ect.), i sindacati chiederanno tra l’altro la salvaguardia dei posti di lavoro nelle cave GIA’ esistenti, che vengano predisposti piani di recupero per le stesse, garanzie sulla pesca, ecc.; gli albergatori vorranno la certezza di poter adeguare le proprie strutture alla domanda senza stravolgere il territorio con nuove gettate di cemento; gli artigiani e i commercianti chiederanno certezze sulle agevolazioni finanziarie, ai cacciatori potrà essere proposta la caccia di selezione al cinghiale, dove infine altri soggetti chiederanno che contemporaneamente al decreto istitutivo venga nominato l’Ente di gestione, affinchè non si ripeta l’errore di Capraia dove ancora non c’è nessuno che può legittimamente disporre dei finanziamenti già stanziati.

Non è difficile immaginare che una volta sciolti alcuni nodi di questo tipo la strada per il parco sarà definitivamente aperta.

Noi invitiamo in primo luogo la Regione a raccogliere questo invito al dialogo, fin da ora siamo in grado di partecipare con un numeroso cartello di forze della società civile a questo incontro, con proposte ed idee legittime e non demagogiche.

Crediamo che quale intermediario tra le comunità locali e il governo, la Regione abbia il potere di esercitare questa opportunità, di recuperare un dialogo con la nostra comunità, perchè il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sia la base di partenza per un nuovo e più scientifico modo di gestire il rapporto uomo-ambiente, di cui abbiamo urgentemente bisogno.

Portoferraio li 14 dicembre 1993

ELBAVIVA WWF (Elba) ITALIA NOSTRA (Sez. Isola d’Elba)

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