Elbaviva notizie. Novembre 1998 – Anno XI-N°3.
Con l’inizio del nuovo millennio si coglie nell’aria la voglia di cambiare, di allargare verso nuovi orizzonti la nostra esperienza quotidiana, fatta spesso di routine.
Il nuovo millennio inizia con la protesta di Seattle contro la globalizzazione, l’omologazione di, merci, processi produttivi, uomini e idee sull’altare del profitto individuale e del successo in barba alla qualità della vita, dell’alimentazione e delle tradizioni culturali. Sempre più gli abitanti di questo pianeta non sopportano che le multinazionali inquinino e sfruttino il terzo mondo e prendano in giro il resto del mondo.
Il nostro impegno in questo anno, con il vostro aiuto sarà quello di confrontarci con il resto del mondo, è per questo che in primavera si terrà un incontro con altre associazioni che operano a favore delle popolazioni tibetane e himalayane, per sostenere i bambini lavoratori, i bambini di strada in Romania.
Cercheremo di affrontare anche la questione degli alimenti transgenici, di come Frankestein è ormai arrivato nelle nostre tavole e di come possiamo batterlo e farlo dissolvere.
Non possiamo trascurare le questioni del nostro arcipelago e dell’Elba. I mega complessi voluti da lobbies speculative e del cemento, Pontecchio, contro il quale ormai si pronuncia gran parte delle organizzazioni produttive e contro il quale per ora nessuno è intervenuto: ormai, anche in questo caso, come per buona parte degli scempi ambientali del nostro paese si parla di atto dovuto.
Non dobbiamo dimenticare le nostre spiagge, ormai tutte assillate dai processi erosivi frutto della pressione che su di loro si esercita in maniera non più sostenibile e spesso di scelte assolutamente poco professionali e scellerate, come a Cavo. Come dimenticarci dell’ultima duna dell’arcipelago che ancora grida vendetta per gli abusi fermati in tempo in un felice momento delle associazioni ambientaliste: ma quando verranno abbattuti tali abusi? Chi deve intervenire? Coma facciamo a salvare la duna, un importante parte del parco nazionale?
Come dimenticarci dei nostri sentieri, oggi accuratamente recuperati e segnalati dal parco ma ancora presi d’assalto dai motociclisti straniere che leggono ovunque di allettanti pubblicità di trekking in moto, una dei mezzi più distruttivi del territorio.
Le nostre ultime aree agricola, davvero strategiche per diversificare la nostra economie a giocare, anche sul mercato turistiche le carte vincenti della qualità e del prodotto tipico, aggredite da strumenti edilizi solo a parole a favore del loro recupero ma pieni di mille escamotages per renderle edificabili e costruire nuove case. Chi potrà fermare tutto questo processo di svilimento del nostro territorio e della sua improcrastinabile svalutazione economica?
E infine il nostro mare. Una campagna per il mare, per la sua salvaguardia e per la sua utilizzazione razionale, contro i devastanti pescherecci a strascico ma anche contro l’assurdo traffico del lavaggio delle stive delle navi cisterna che in barba ad ogni regolamento posso compromettere in modo irreparabile il nostro ambiente e la nostra economia.