Isola d’Elba. Costruire lungo i torrenti. Agosto 1997

Isola d’Elba. Costruire lungo i torrenti. Agosto 1997

Spett.le PROCURA DELLA REPUBBLICA Livorno

Oggetto: realizzazione opere di cementificazione fosso della Madonna località Patresi Mare Comune di Marciana.-

In riferimento alla Ns. segnalazione  del 28 maggio  ed alla Ns. richiesta del 28 luglio recenti intendiamo sottoporre alle Autorità ed agli Enti in indirizzo quanto segue.

  1. Le opere in oggetto sono risultate abusive sotto il profilo demaniale in quanto non è stata richiesta nessuna autorizzazione alla Capitaneria di Porto competente; l’ingiunzione di sgombero è stata impugnata dal Comune con ricorso al Ministero superiore.
  2. Crediamo che anche sotto il profilo urbanistico l’opera in oggetto sia mancante della necessaria concessione edilizia e di quanto ad essa connesso (vincolo idrogeologico, vincolo paesaggistico ex legge 1497/39 e legge galasso nr. 431/85 Del. Regione Toscana nr. 296/89). In tal caso si configurerebbe un abuso edilizio, oltrechè demaniale a danno dello stato.
  3. Con modalità informali da parte dell’Amministrazione Comunale ci è stato fatto presente che i lavori in oggetto si rendevano necessari per bonificare il tratto terminale del torrente maleodorante e inquinato (anche se da parte sindacale mai ci si è sognato di avvertire i cittadini di frequentare una zona così antigienica); dalla nostra conoscenza diretta e da testimonianze attendibili di frequentatori dell’area e di turisti ci risulta che in prossimità della foce del torrente l’acqua era talmente limpida da essere utlizzata dai bagnanti come “doccia” sfruttandone la caduta che dalla piccola cascatella conduce l’acqua verso il mare. Nel tratto terminale del torrente si notava ancora la presenza di folte colonie di batraci a conferma della salubrità del corso d’acqua e della sua ricchezza biologica. Non sussisteva nessuna giustificata motivazione per intervenire con il cemento tirando in ballo la salute pubblica.
  4. Interventi di tal genere, crediamo sia ormai universalmente noto, si rivelano particolarmente pericolosi per gli equilibri idrogeologici delle zone interessate: frane a alluvioni si verificano con effetti catastrofici proprio perchè fiumi, torrenti e ogni corso d’acqua vengono raddirzzati con il cemento; per questo motivo tutte le normative in materia ambientale e urbanistica li vietano.
  5. Le motivazioni addotte dall’A.C. per giustificare l’opera sono infondate e strumentali perchè il tratto di torrente cementificato e la sua foce vengono oggi utilizzati come deposito per imbarcazioni a pagamento. E tutto questo abusivamente su suolo demaniale.
  6. Crediamo utile che il Ministero competente per il ricorso e gli altri enti ed autorità conoscano gli elementi sopramenzionati e chiediamo, oltrechè per la tipologia delle opere (realizzate in zona di particolare pregio ambientale e tutelata dalle normative vigenti) anche perchè in questo caso si tratta di un abuso commesso da una pubblica amministrazione, che la legge venga applicata senza sanatorie o patteggiamenti.

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