Portoferraio. Relazione bilancio, novembre 2007

Portoferraio. Relazione bilancio, novembre 2007

L’economia turistica di Portoferraio e dell’Elba ha bisogno di una gestione del territorio che sia coerente rispetto alle esigenze di uno sviluppo economico di qualità, da concepire unitariamente ed in sinergia con un’adeguata valorizzazione e tutela ambientale.

I Comuni, pertanto, in sede di pianificazione  degli interventi, oltre alle ovvie compatibilità con gli strumenti di programmazione superiore (dal P.T.C. provinciale al Piano di Indirizzo Territoriale della Regione), debbono ricercare una piena compatibilità con i delicati equilibri che caratterizzano il sistema-Elba, equilibri da riferire a più piani: quello economico, quello ambientale,  quello sociale, quello culturale.

Si rende quindi necessario ribadire alcuni valori fondanti ed ispiratori dell’azione di governo:

  • Il valore ambientale e storico del nostro territorio (che peraltro per larga parte è Parco Nazionale) va difeso e valorizzato.
  • La riqualificazione del territorio come aspetto imprescindibile e fondamentale, per rendere più vivibile ed omogeneo il tessuto urbanistico esistente, combattendo ogni ottica speculativa e dando assoluta priorità alla risoluzione della questione della residenzialità ed in particolare, all’interno di essa, al problema della prima casa.
  • La presa d’atto di quelle che sono le talvolta drammatiche emergenze infrastrutturali del territorio (strade, fognature, acqua, parcheggi etc.) che comportare la realizzazione di interventi adeguati e coerenti. In tal senso i piani urbanistici, per i quali con l’accordo sottoscritto in data 14 luglio 2005 fra le Amministrazioni elbane, la Provincia di Livorno, la Regione Toscana dovrà essere attuato il necessario coordinamento (c.d. “piano strutturale unico”), debbono diventare il canovaccio su cui disegnare il nuovo sistema delle infrastrutture elbane.
  • La valorizzazione in maniera adeguata, con progetti mirati, lo straordinario patrimonio storico-architettonico del centro storico, che necessita di interventi di recupero e restauro, in modo tale da poter divenire patrimonio di tutti i cittadini e fiore all’occhiello nei confronti dei visitatori.
  • In tale direzione si inquadrano le opere pubbliche realizzate negli ultimi mesi e quelle inserite nella programmazione triennale; queste possono essere definite in 2 gruppi:
  • opere pubbliche legate al patrimonio architettonico della città (ristrutturazione Forte Falcone, ex-Cucine del complesso Culturale De Laugier, Palazzo Comunale, Porta a Mare, Gran Guardia, locali denominati Padiglione);
  • opere pubbliche di arredo e completamento urbano (Piazza Cavour, Via Guerrazzi)
  • Il recupero del patrimonio architettonico passa anche attraverso la procedura di riconoscimento di Portferraio-Cosmopoli quali sito UNESCO di interesse mondiale. La procedura di classificazione e riconoscimento si accompagnerà attraverso microazioni di recupero delle emergenze architettoniche del complesso fortificato (a questo proposito si prevede l’intervento di pulizia radicale dagli infestanti in tutto il complesso delle fortificazioni).
  • La realizzazione della sede operativa di Museo Senza Frontiere a Portoferraio offre lo spunto per realizzare un progetto di allestimento presso i locali, appena recuperati della Gran Guardia, di una finestra sulla città e sull’intero arcipelago; luogo in cui si abbia la percezione dell’enorme patrimonio storico e ambientale della nostra isola e di Cosmopoli e l’invito ad andare fuori alla scoperta di questa straordinaria città.
  • Elaborazione di politiche di sostegno e riqualificazione delle attività economico produttive del territorio, specie in tempi assai difficili di un’ economia sempre più globalizzata.

Da tali indirizzi discendono precise azioni, alcune delle quali conseguenti al protocollo d’intesa stipulato in data 29-12-2004 fra Comune di Portoferraio, Provincia di Livorno e Regione Toscana e finalizzato alla revisione degli strumenti urbanistici vigenti, altre al citato protocollo d’intesa del 14 luglio 2005, delle quali al momento la più significativa è l’adozione del nuovo Regolamento Urbanistico comunale avvenuta il 12 settembre 2005, oltre alla predisposizione di una variante al piano particolareggiato di Albereto, finalizzata alla edificazione di nuove case popolari, anche per dare risposte concrete alle fasce più deboli della popolazione ed affrontare con misure concrete quella che può essere definita una vera e propria “emergenza sfratti”.

Ciò consente, oltre che la creazione dei presupposti per un corretto governo del territorio, anche una adeguata valorizzazione del ruolo di “Portoferraio capoluogo” e centro di servizi dei suoi valori urbanistici.

Il territorio di Portoferraio, infatti, per quanto ruoti intorno ad un piccolo centro, per funzioni è un capoluogo, polo ordinatore di sistema territoriale, quindi necessariamente appesantito dalla presenza aggiuntiva, oltre che dei residenti (12.000 unità circa), di pendolari giornalieri e di turisti, che di fatto lo trasformano, nel periodo di massima pressione turistica, in una città di circa 55.000 abitanti,  come desumibile dalla produzione annuale di RSU suddivisa per un quantitativo procapite di 1,4 chilogrammi/giorno.

Da ciò discende la necessità di:

  • Individuare e catalogare centralità urbanistiche ed architettoniche, intorno a cui sviluppare il disegno della “nuova città”. Ad esempio: la Darsena Medicea come fulcro di un nuovo sistema della portualità turistica, che, con ulteriori interventi rispettosi del sistema architettonico ed ambientale esistente, deve articolarsi anche attraverso un punto di ormeggio per le navi da crociera al Grigolo, oppure l’area dell’ex Caserma della Guardia di Finanza come polo scolastico e dell’istruzione.
  • Affermare un’urbanistica, nella quale sono presenti, in un disegno coerente e credibile residenze, giardini e parchi, aree e centri ricreativi, commercio , attrezzature sociali e culturali, attività produttive compatibili.
  • Valorizzare le peculiarità del territorio e le sue attività tradizionali.
  • Indirizzare in un’ottica qualitativa tutti i processi ed i progetti, poiché una migliore qualità urbanistica garantisce una più elevata qualità della vita.
  • Trasformare Portoferraio in un centro internazionale per la sperimentazione e lo sviluppo della bio-architettura con particolare riguardo alla sua applicazione al patrimonio edilizio esistente ed alla tutela e valorizzazione delle architetture militari, collaborando con le principali università, sviluppando progetti pilota eco-compatibili e finalizzati al risparmio energetico, sperimentando metodiche costruttive nuove, ma volte al recupero delle tecniche e dei materiali antichi. Particolare significato assume l’impegno dell’amministrazione a dotare il comprensorio di un piano energetico unitario nel quadro del confronto scaturito da Agenda 21 Locale.
  • Infine la sottoscrizione dell’intesa per la redazione del cosiddetto “piano strutturale unico”, l’insediamento del tavolo politico e di quello tecnico conseguente, disegnano, per le priorità individuate, l’opportunità di pervenire con sollecitudine ad un adeguamento degli strumenti di pianificazione del territorio, affinché si possano affermare fino in fondo i temi della “urbanistica integrata” e cioè:
  1. L’individuazione delle missioni del comprensorio, della sua totalità e di ogni comune: si tratta di svolgere un ragionamento sul turismo e sulle attività produttive; quindi il ragionamento deve interessare i “turismi” del turismo, l’affermazione di una logica sistemica del turismo, affinché questo non abbia una connotazione esclusivamente o prevalentemente stagionale.

Il ragionamento sulle attività produttive è conseguente, le risorse locali indicano che le attività produttive strategiche ed utili per varie motivazioni e conseguenze sono:

– l’agricoltura, che deve produrre per il consumo del mercato interno e nell’ottica di prodotti tipici di medio-alta qualità, che possono lanciare all’esterno l’immagine Elba;

– la cantieristica come supporto e motore di sviluppo della nautica;

–  le attività di servizio (commerciali, edilizie, terziarie), che devono evolversi in forme capaci di garantire soluzioni di qualità eco-sostenibili ed eco-compatibili (in questo caso l’Isola può e deve aspirare a divenire un polo di formazione avanzata ai vari livelli per la realizzazione di insediamenti ecologici innovativi);

– la tradizione del granito e quella mineraria, che non può esaurirsi nelle singole mostre o nei singoli piccoli musei locali (occorre capire cosa rappresenta e cosa può rappresentare l’Elba in termini geologici, litologici e minerari; in questa ottica occorre anche aprire una riflessione su di un identità diversa: l’isola non come elemento a se stante, ma come parte di un sistema storico, territoriale e conseguentemente economico sub regionale che potremmo definire del golfo di Piombino, Follonica e dell’Elba, un sistema che dal promontorio di Piombino includendo la Val di Cornia arriva a chiudersi a Punta Ala,  inglobando una storia comune legata al ferro e alle attività minerarie.

  1. La portualità e le infrastrutture (porti commerciali, porti turistici, aeroporto, viabilità, sistemi di approvvigionamento delle fonti energetiche): si tratta di svolgere una ricognizione sullo stato attuale di alcuni processi, sulle progettazioni in corso e sulla tempistica delle realizzazioni per quanto riguarda la portualità commerciale; per quanto riguarda la portualità turistica invece si tratta di contabilizzare la domanda di ormeggi, lo stato della progettazione e realizzazione degli approdi, quindi di verificare sul territorio gli indirizzi del PREPAT e individuare la collocazione dei centri nautici di servizio, atteso che in vari potenziali porti non risulta, allo stato attuale dell’arte, possibile realizzare cantieri per riparazione, rimessaggio, condizionamento delle imbarcazioni. Per quanto riguarda l’aeroporto si tratta di fare il punto sulle caratteristiche attuali dell’infrastruttura, sulle potenzialità di sviluppo dei traffici e le conseguenti necessità di adeguamento strutturale. Per la viabilità occorre un confronto con la Provincia di Livorno per la riclassificazione della viabilità, con il PNAT per l’individuazione delle strade del Parco.
  1. L’ energia (localizzazione eolico e fotovoltaico, rapporto impianti/paesaggio, rapporto pannelli solari/eolico/architettura e paesaggio): si tratta di analizzare i progetti presentati e di coordinarli, unendo i valori dell’ecologia del campo eolico con il paesaggio, puntando a recuperare i siti industriali o minerari degradati per dar loro una nuova funzione, altrimenti limitata a quella di testimonianza di un attività che ha avuto effetti di degrado dirompenti sul paesaggio. Un’isola che “va” a fotovoltaico, solare (microimpianti singoli), eolico, sarebbe un’ occasione unica di promozione turistica; per i microimpianti si tratta di avviare una ricerca per comporli nel paesaggio (in proposito potrebbe anche essere interessante ed utile una collaborazione  con l’università);
  2. Il ciclo delle acque (risparmio, miglioramento reti, recupero): il punto, da verificare insieme all’ATO e al gestore unico è rappresentato dall’ autonomia idrica da una parte, dalla realizzazione di un efficiente sistema di depurazione dall’altra; per l’una e l’altra problematica occorre una simulazione credibile di costo, una strategia unitaria ed impegni di microlivello da coordinare negli strumenti urbanistici.
  3. La gestione dei rifiuti (raccolta differenziata, impiantistica, tipologia del sistema e localizzazione): in questo caso di tratta di dare corso al Piano provinciale, al protocollo d’intesa fra i Comuni elbani del 5 gennaio 2005, agli interventi previsti su Buraccio e all’ampliamento della discarica di Literno, ma anche di valutare con il supporto di ATO, Provincia e Regione, la necessità di promuovere nel medio periodo una nuova impiantistica;
  4. Le aree per insediamenti produttivi: la scarsità della risorsa suolo induce la necessità di un coordinamento di settore, per individuare i fabbisogni, le aree esistenti o disponibili, le aree di potenziale nuovo insediamento, prevedendo altresì una eventuale specializzazione per aree. Si dovranno prevedere anche processi di riqualificazione e ristrutturazione di aree esistenti.
  5. Le attività turistico ricettive (strategia della qualificazione delle strutture, riduzione della ricettività in relazione al consolidamento delle strutture, per esempio con la trasformazione dei campeggi, politica delle RTA e delle attività complementari): sostanzialmente si tratta di definire percorsi integrati circa la struttura e le caratteristiche attuali dell’offerta, circa le peculiarità delle strutture turistico ricettive e quindi circa i loro bisogni, infine di stabilire la necessità di nuove strutture ricettive. In questa ottica è indispensabile un coordinamento normativo, perché parità di condizioni d’intervento garantiscono una logica di piano di settore comprensoriale che non produce scompensi territoriali, ma qualificazione complessiva dell’offerta e dell’immagine locale.
  6. Il paesaggio: qui sembra indispensabile attendere le indicazioni del PIT in corso di ridefinizione e del PTC, fermo restando che il paesaggio è bene essenziale ai fini della promozione ed affermazione turistica.
  7. Il rapporto con il PNAT e i relativi strumenti di governo: è un punto di estrema problematicità, non risultano approvati ad oggi un Piano del Parco, nè un Piano di sviluppo socioeconomico; la riflessione deve essere imperniata sulla necessità di ridefinire il parco non solo come strumento di tutela, ma anche come strumento a supporto dello sviluppo e quindi quale motore di investimenti finalizzati.
  8. Il piano per una mobilità sostenibile che preveda la realizzazione delle rete di piste ciclabili (quale alternativa all’uso dei mezzi motorizzati), incentivo all’uso della bicicletta e dei veicoli elettrici (tramite incentivi ad hoc sulla base dei contributi regionali e nazionali), potenziamento dei servizi pubblici e dei collegamenti marittimi all’interno del golfo.

Dalle finalità ed obiettivi che si intendono perseguire derivano le concrete attività istituzionali e progettuali da effettuare nell’anno 2006, così individuabili:

– la definitiva approvazione  da parte del Consiglio Comunale  del R.U. adottato e della variante al piano Particolareggiato di Albereto;

– tutti gli atti (costituzione presso l’Area 6 del Comune dell’ufficio unico di piano per il territorio elbano con convenzione ai sensi della L.R.T. n. 40 del 16/08/2001, avvio del procedimento, etc.) relativi al nuovo piano strutturale (o comunque variante generale al vigente ), secondo il protocollo d’intesa stipulato in data 14 luglio 2005 fra i comuni Elbani , la Provincia di Livorno e la Regione Toscana;

– avvio della predisposizione degli atti di governo (piani attuativi, piani PEEP, P.I.P. etc.) previsti nel Regolamento Urbanistico adottato con delibera di C.C. 64/2005;

– predisposizione di una nuova regolamentazione relativa alla pianificazione della rete distributiva  ai sensi della L.R. 28/05, possibilmente d’intesa e nell’ambito di una collaborazione fra diverse istituzioni, con il Centro Studi della Camera di Commercio.

Per raggiungere questi qualificanti obiettivi, l’Amministrazione ha provveduto alla riorganizzazione della macchina comunale (nuova macrostruttura), al fine di ottenere una significativa capacità di autonoma predisposizione degli strumenti di pianificazione ed atti di governo ed una complessiva crescita delle capacità operative e gestionali.

Marino Garfagnoli. Assessore

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