Io e te. 23 dicembre 2018
Ora sono proprio tondi. 58, tanti, segno, un tempo del distacco del riposo. Oggi simbolo di uomini e donne ultraimpegnati e connessi per sconfiggere la noia, per non guardarsi mai allo specchio. Come Atreio.
E quindi, qui e ora. Cosa esiste nell’attimo che realizzo il pensiero. Cosa c’era prima, cosa siamo stati. Oggi, ricorrenza. Una festa di tanti anni fa, per te, che guadagnavi a fatica la tua massima espressione di mamma, per la seconda volta. Per me che lasciavo il tuo ventre per andare a vedere le stelle. Una festa, sempre in equilibrio tra il buio e la luce.
Penso alla tua lontananza, alla felicità che hai regalato con la tua presenza. Spesso manca la consapevolezza di quella bellezza, dello stare vicini e del condividere attimi e secoli. Cosa dici, cosa diresti se potessi acoltare in diretta la tua voce.
Viene su a casa con noi e festaggiamo ancora insieme la nostra festa. Era proprio buono quello che hai cucinato. Ti ricordi quel pesce così grosso e che bel sugo che ne venne fuori. Si, quella mattina con tutta quella roba dal mare, e poi il tu’ babbo andava con Tore ai banchi per venderlo. Il vento che fischiava in inverno ingrossando il mare che sbatteva sotto le nostre finestre. La canicola estiva con Paolo che segnava il suo ritorno sonoro dalle immersioni preziose.
Certo che manchi. Ma gioiamo di tutto quello che abbiamo condiviso e ringraziamo per questo. Cara dolce mamma Ada.