Eppoi Montecristo. Maggio 2000

Eppoi Montecristo. Maggio 2000

Un sottile filo, sottile ma d’acciaio, lega la mia esperienza a quella di Angiolo, non siamo certo amici d’infanzia, ma con lui, “un continentale”, ci siamo subito presi e capiti sempre al volo.

L’esperienza e la militanza da ambientalisti certo, ma anche il feeling sugli obiettivi, sui fini per creare una vera sostenibilità, soprattutto per le nostre piccole isole, che dal 1996 costituiscono il più grande parco marino d’Europa.

Grande piacere e sorpresa per me riconoscere in Gin Racheli, una maestra comune; anche lei continentale, ma la prima a dire chiaramente come stavano e stanno le cose per il futuro di questi minuscoli pezzi di terra circondati dal mare: “non esiste un turismo sostenibile per le piccole isole, esiste solo una capacità fisica di sopportazione oltre la quale c’è solo il degrado ambientale e la morte sociale e civile”.

Eppoi Montecristo l’isola per eccellenza, selvaggia e misteriosa, da me scrutata dall’Elba, spesso avvolta nella foschia, con rispetto e grande soggezione.

Incappucciata nelle nubi, grosso sperone granitico silenzioso e immobile. Che voglia di spiccare il volo per giungere planando tra i cieli sull’isola. E’ solo una montagna, ma quanti segreti nascosti, la sua natura, la sua vegetazione, le sue insenature e il suo mare meraviglioso.

Angiolo ci racconta della ricchezza di questo  microcosmo, minuscolo e irrepetibile scoglio, minuscola traccia di terra incastonata in questo straordinario mare che è il Mediterraneo.

Dal limite, dai limiti insuperabili che specie Montecristo pone, il salto, il volo per scoprire i segreti della natura, per capire quanto ci stiamo allontanando da essa, per comprendere la semplicità e il mistero della natura e scoprire la nostra esperienza di uomini più vera e più bella.

Vorremo che queste isole divenissero dei laboratori della sostenibilità, vorremmo che in certi momenti arrivasse meno gente specialmente quando ce n’è già troppa. Vorremo più onestà e più idee per una sostenibilità reale e concreta.

Cerco quindi, ancora, di dare il mio contributo da indigeno che ha deciso di restare e di vivere sulle isole, che ha combattuto e combatte per il loro futuro, in mezzo a mille difficoltà ed è un cammino che ho condiviso e condivido con Angiolo.

Il suo “omaggio” a Montecristo è un piccolo pezzo di strada che va in questa direzione. (L’isola di Montecristo. Storia, ambiente ed escursioni naturalistiche. Angiolo Naldi, Ed. De Batte)

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