Uova e spiagge. Nuovi paradigmi

Uova e spiagge. Nuovi paradigmi

Entusiasmo alle stelle per la deposizione delle uova e per la loro schiusa: le tartarughe marine scelgono le spiagge italiane. Le associazioni di protezione ambientale, i volontari, i tartaclub, i tartawatchers annunciano i lieti eventi con estrema soddisfazione e gioia. Come è giusto che sia quando si tratta di salvare delle vite e garantire la sopravvivenza alle specie in pericolo di estinzione. Per come la vedo io il fenomeno delle tarta-nascite è però preoccupante e allarmante.

Dal punto di vista scientifico è un fenomeno eccezionale, viste le latitudini. Nel 2013, viene registrata per la prima volta la presenza di uova di tartaruga marina (nidificazioni di Caretta Caretta) lungo i litorali toscano e laziale. Da quel momento le deposizioni sono aumentate in maniera esponenziale.

La presenza di tartarughe marine nelle acque del Tirreno, anche molto a nord non è una novità, mentre la nidificazione è un evento da considerare insolito. Purtroppo da straordinario i dati ci dicono che si sta trasformando in ordinario. La riproduzione di questi animali in zone molto antropizzate e a latitudini inusuali è collegata all’aumento delle temperature dell’acqua del mare e con tutta probabilità è riconducibile al riscaldamento globale del pianeta. E le tartarughe non sono l’unica prova del cambiamento in atto, sono diversi anni che nei mari mediterranei si riscontra la presenza di specie aliene.

La Caretta caretta, è la specie più comune e diffusa nelle acque del Mediterraneo ma è classificata come vulnerabile, nella Lista Rossa delle Specie Minacciate della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).

In Italia storicamente, salvo gli episodi di nidificazione degli ultimi 5 anni,  l’area di nidificazione più importante è stata la parte ionica della Calabria meridionale, siti minori si trovano nelle isole Pelagie e in Sicilia meridionale, mentre nidificazioni sporadiche sono di solito avvenute in un’area più ampia ma sempre al sud della Penisola. Oggi i siti di nidificazione purtroppo si spostano sempre più a nord e recentemente si sono registrate schiuse di uova  lungo la costa adriatica (Jesolo) e in Liguria (Finale Ligure).

Lo studio (Potential male leatherback hatchlings exhibit higher fitness which might balance sea turtle sex ratios in the face of climate change, https://link.springer.com/article/10.1007/s10584-019-02462-1 pubblicato su Climatic Change nel 2019) condotto da un team di ricerca internazionale (Universidad de Almeria in Spagna, Las Villas di Santa Clara a Cuba, la Swansea University in Galles e la Estación Biológica de Doñana) rileva che “… nelle spiagge tropicali, il riscaldamento climatico sta influenzando la nidificazione delle tartarughe marine e ne minaccia la vitalità”. L’indagine scientifica mette in luce che diverse popolazioni minacciate di estinzione si stanno femminilizzando, visto che dalle uova nascono pochissimi maschi e le previsioni sul riscaldamento del clima accentueranno questo problema. Il riscaldamento climatico produce una maggioranza di femmine nei nidi naturali, ma in quantità molto basse e con una qualità molto scarsa che riduce la loro probabilità di sopravvivenza. A medio termine, la dispersione della nidificazione in aree più fredde, la promozione di politiche di conservazione e con tutta probabilità, nuovi modelli di fruizione turistica dei litorali,  saranno essenziali per aumentare la colonizzazione di questi tipi di spiagge.

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