L’isola color del miele
Fuerteventura. L’isola color del miele. Questa è la tonalità che colpisce appena metti piede su questa terra d’Africa insulare, il colore ti accompagna sotto il sole abbagliante e al tramonto offre le tonalità ancora più dolci del riposo. Qualcuno la definisce “isola desolata”, ma le fa torto, molto. La desolazione è altra cosa. La desolazione è quella che vediamo spuntare lungo le coste; qui l’isola offre le spiagge più invitanti, tanto che incombenti scatoloni di cemento le hanno riempite. Tourist go home recitano le scritte lungo le strade deserte del Parco Naturale di Jandia. Forse questo è il problema. Come sempre, come succede in tante altre isole e in tanti altri luoghi del nostro mondo.
Delle Isole Fortunate, Fuerte è ritenuta la più vecchia geologicamente, i suoi rilievi arrotondati non raggiungono i mille metri, la montagna più alta dell’isola, il Pico de la Zarza arriva a 807 metri. E’ la seconda per estensione, 1.659 kmq, (dopo Tenerife che misura 2.034,38 km², il doppio della contigua Lanzarote 859 kmq), con una popolazione di 120.021 abitanti (2022), 6 municipi, Antigua, Betancuria, La Oliva, Pájara, Puerto del Rosario e Tuineje. E’ la più vicina alle coste africane (Marocco) da cui dista 97 km, 362 km di costa, più di 150 spiagge, 50 chilometri di sabbia, molto poco abitata ed è solo con il turismo che l’economia gira. Ed ora, forse è giunto il momento di ripensare i flussi turistici, qualificare l’offerta e valorizzare il grande patrimonio ambientale favorendo un turismo meno invasivo. Servono visioni e strategie. Forse gli spagnoli li hanno. Tra coloro che vivono qui, i canari, non sono molti, la composizione sociale ha subito profonde variazioni nell’ultimo secolo; il turismo ha attirato flussi considerevoli e molti alloctoni sono rimasti a svernare tutto l’anno. Ma non è una eccezione straordinaria, è quella che fa la regola: in moltissime parti del nostro pianeta, i sapiens, si sono mescolati e continuano a farlo.
Playas de Sotavento, acque turchesi e blu intenso, migliaia di metri di sabbia e oceano, un litorale morbido e invitante che comprende 9 chilometri di spiagge: La Barca, Risco del Paso, Mirador, Malnombre e Los Canarios. Una barriera di sabbia a 100 e 300 metri dalla riva crea una laguna di tre chilometri, ideale per iniziare windsurf e kitesurf. Le spiagge sono protette dai forti venti grazie alle dune e alle colline circostanti favorendo le condizioni perla presenza di una vegetazione e di una fauna specializzata. Le maree giocano con la morfologia del litorale presentando ogni giorno un litorale vario e diversificato. Proseguendo verso sud il litorale continua ad offrire spiagge in sabbia. Come le due spiagge adiacenti di Esquinzo – Butihondo (4 km) che prendono il nome dalle omonime valli, raggiungibili a piedi, con la marea a favore, dalla ultima spiaggia di Sotavento, quella di Malnombre. La costa in questa zona sud occidentale dell’isola presenta spiagge di natura diversa: quelle di sabbia scura, prima di Costa Calma (affollato insediamento turistico pieno di turisti tedeschi) e quelle “bianche fino ad arrivare a Morro Jable, cittadina turistica dell’estremo sud da cui partono traghetti per Gran Canaria e per il Marocco, dove troviamo la Playa del Matorral e la Playa de las Coloradas,
Le dune di Corralejo. In direzione nord, dopo Puerto del Rosario, lungo la litoranea si attraversa lo spettacolare ambiente del Parco Naturale delle Dune di Corralejo (istituito nel 1982, con una superficie di 27 kmq), il più importante biotopo di dune delle Canarie. Imponente e vasta distesa di sabbia finissima costantemente plasmata dal vento, composta per il 90% da materiale organico, formato dalla polverizzazione di gusci di molluschi. La zona protetta oltre al sistema dunale di comprende il complesso di dune di El Jable, la colata di lava di Montaña di los Apartaderos e il cratere della Montaña Roja (312 m).
Isola di Lobos, l’isola delle foche … un tempo. Percorriamo con uno dei tanti taxi boat i quasi 4 km di mare dello Stretto della Bocaina (Estrecho de la Bocaina). Ha una forma strana, l’isola delle foche, con l’antico vulcano de La Caldera, la sua montagna più alta, sembra imponente e maestosa, ma sono solo 127 metri. Dal molo di attracco in pochi minuti si raggiunge Playa del Puertito, le scurissime rocce vulcaniche hanno formato suggestive piscine naturali che risaltano con la sabbia bianca A poca distanza sull’altro lato dell’isola si raggiunge la spiaggia de La Concha, sabbia dorata e spettacolari dune.