La bellezza salverà il mondo, forse.
La bellezza salverà il mondo, forse.
La frase, spesso utilizzata in diversi contesti (a volte a sproposito), coincide con il titolo italiano del libro di Cvetan Todorov filosofo bulgaro (il titolo originale è Les Aventuriers de l’absolu, Milano, Garzanti, 2010). Todorov ripercorre ed analizza le vite di tre grandi autori (Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva), che hanno posto la loro intera esistenza al servizio del bello e della perfezione.
Il titolo italiano riprende una frase del principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij; il giovane tormentato Ippolit si rivolge al principe Miškin, protagonista del romanzo: «Di che cosa avete parlato? È vero principe che una volta avete detto che la “bellezza salverà il mondo”? Signori» prese a gridare a tutti, «il principe afferma che la bellezza salverà il mondo! ed io affermo che idee così frivole sono dovute al fatto che in questo momento egli è innamorato. Signori, il principe è innamorato, non appena è arrivato, me ne sono subito convinto. Non arrossite principe, mi impietosite. Quale bellezza salverà il mondo?»
La bellezza di Dostoevskij è il bello del bene, è la mitezza di fronte alle potenze del male. La bellezza è serenità, pace, tranquillità, gioia di vivere.. E’ un riferimento al possibile riscatto del mondo, al suo affrancamento dal male.
Sarà possibile in questo nostro mondo e nel contesto che stiamo vivendo? Ancora un Natale -momento significativo per miliardi di persone- di dolore e di morte.
Di dolore e di morte, per gli oltre 40 conflitti che il nostro pianeta vive, per le guerre vicine e lontane, per i drammi e le tragedie che scaturiscono da ognuno di essi.
Ancora un Natale di guerra; il Natale che ha i suoi luoghi sacri, per tutte le confessioni religiose, in Palestina; in quei luoghi dove, per assurdo, donne, uomini, bambini, immersi nella violenza e nell’odio, soffrono e muoiono.
Palestina. Vivere quotidianamente la vita nella guerra, in condizioni disumane, circondati da odio, violenza, sete di vendetta e morte, non può condurre alla bellezza. Il male trionfa sul bene.
Possiamo riuscire a sradicare il male? Il male che è spesso difeso da assurde strategie internazionali e interessi economici e geopolitici.
Per sradicare il male servono donne e uomini di pace, servono scelte visionarie e coraggiose.
Scelte coraggiose e forti, per uscire dalla perversa e secolare spirale di dolore e morte, che trasforma gli umani in essere diabolici e sanguinari.