Isola d’Elba, Lacona, le dune. Comunicato del 14 dicembre 1996

Isola d’Elba, Lacona, le dune. Comunicato del 14 dicembre 1996

Ormai, come tanti habitat naturali e semi naturali presenti sull’isola, solo un piccolo fazzoletto di terra. Ma non per questo meno importante. Il sistema dunale di Lacona è l’unico, di un certo rilievo e dimensione, presente sull’Elba e uno dei pochissimi superstiti nelle piccole isole del bacino mediterraneo.

E’ uno dei tanti tasselli della diversità della nostra isola, della varietà dei suoi paesaggi e dei suoi ambienti. E’ ancora, come nel passato, un simbolo dell’impegno di Elbaviva per la difesa e la valorizzazione intelligente del territorio e delle sue risorse. Ma è ancora in pericolo, aggredito dal cemento, sottoposto alla straordinaria pressione del turismo balneare, spesso poco attento, ed a tutte quelle attività che lo danneggiano irreparabilmente.

Se la duna di Lacona scomparirà, sicuramente non rimmarrà nemmeno la spiaggia e verranno meno i motivi di richiamo della zona e una delle fonti di reddito più importanti…e la natura in questo luogo è davvero esuberante, ricca e varia.

Il popolamento vegetale ed animale delle zone dunali è sorprendente e l’aspetto più spettacolare delle dune costiere e del retrospiaggia è la vegetazione : tante essenze molto diverse tra loro ed estremamente specializzate: la più famosa e più sfortunata (fiorisce da luglio in poi), il giglio di mare (Pancratium maritimum); il cardo di mare (Eryngium maritimum); la soldanella delle sabbie (Calystegia soldanella); la rughetta di mare (Cakile marittima); il papavero delle dune (Glaucium flavum) e tante altre… e tanto altro …

Auspichiamo, dopo anni di polemiche sterili e di inutile spreco di energie, che il nuovo Parco Nazionale del nostro arcipelago, possa avviare oltre che un progressivo mutamento della sensibilità nei confronti del nostro ambiente, anche un forte e concreto processo di tutela del territorio affinchè si possa giungere ad un effettivo miglioramento della qualità della vita. Per questo ci rivolgiamo a coloro che si apprrestano a gestire ed a far funzionare questo parco: il compito è difficile, il senso di amrezza per il tempo perduto è forte, ed è giusto che dopo le parole nessuna delle aspettative per un nuovo modello di sviluppo per l’Arcipelago Toscano vada delusa.

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