Guerra, risorse, energia, umanità
Ci voleva una guerra, ancora in Europa, per farci capire che le risorse a cui l’umanità può attingere non possono che essere verdi?
Ma la guerra non basta, perché di sparla ancora di gas, di metano, di gassificatori e di nucleare pulito. Eppure ci sono gli organismi scientifici, istituzionali e privati, internazionali e nazionali, che affermano la possibilità di usare le fonti rinnovabili per produrre energia, abbandonando, le risorse fossili.
In base alle indicazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, già nel 2021 la capacità di generazione di energia elettrica da fonte solare, eolica e da altre fonti rinnovabili ha raggiunto un livello record in tutto il mondo. Possiamo quindi uscire dalla dipendenza delle risorse fossili (e ovviamente dai legami con gli stati autoritari e con le perverse economie che le posseggono). Ma serve la volontà politica, concreta ed immediata.
Ci vuole una guerra per capire, una volta per tutte, che sono prima di tutto i civili che vivono e muoiono nella tragedia, che intere città vengono distrutte, che la convivenza civile viene sconvolta, che i paesi muoiono. Una guerra che si regge in piedi perché continuiamo a comprare gas e petrolio e con quei soldi finanziamo la morte.
Ancora morti e conflitti, per comprendere che viviamo nell’iper-informazione, superflua e becera, media e talk show in cui tutti divengono magicamente esperti e dicono tutto e il contrario di tutto.
Quando invece è la realtà, tragica e sconvolgente, che parla da sola.
Deve poter esserci una via, quella via suggerita dagli esempi semplici delle persone semplici (da San Francesco a Gino Strada) da quei giganti del pensiero, di cui le tradizioni occidentali e orientali sono ricchissime. Una via che rifiuta gli eccessi, che riconosce le sue radici, di tolleranza, giustizia, uguaglianza, umiltà, rispetto e valori. E su quelle radici fonda la sua rinascita.
Non abbiamo altra strada da percorrere. Tutte le altre vie portano alla barbarie e all’autodistruzione.