Canarie. L’arcipelago multiforme

Canarie. L’arcipelago multiforme

Ecco un altro arcipelago. Questo, come altri, può sfoggiare anche la sua veste esotica, incardinato nell’Atlantico di fronte all’Africa, a circa 100 km ad ovest dalle coste meridionali del Marocco, sulla linea di confine con la regione del Sahara Occidentale.

Mi sia permessa una digressione. Per arrivarci, viaggiamo sereni e comodi in aereo, sorvolando lo spazio di questa regione, il Sahara Occidentale, ma anche qui la nostra umanità ha fallito.

La sovranità sul Sahara Occidentale è contesa tra il Marocco e il Fronte Polisario e il suo status giuridico rimane irrisolto. Il Marocco controlla alcune province della regione, considerandole parte integrante del Regno, il resto delle province è controllato dal Fronte Polisario attraverso l’autoproclamata Repubblica Araba Saharawi (RASD) la cui sede è presso il campo profughi di Tindouf in Algeria. Le due aeree soggette ai rispetti controlli sono divise dal muro marocchino. Costruito dal Marocco, questo ennesimo monumento alla vergogna, ha una lunghezza superiore ai 2720 km, (è il muro più lungo del mondo, dopo la muraglia cinese) ed è a tutti gli effetti una zona militare dove sono stati costruiti appositi bunker, fossati, reticolati di filo spinato e un campo minato che corre lungo la sua totale estensione: è il campo minato più lungo al mondo.

Finita l’amara digressione, torniamo sulle isole.

Sette isole, anche queste, ovviamente con qualche piccolo isolotto satellite, anche se la Graciosa, con i suoi 29 kmq può essere a pieno titolo considerata l’ottava.

Tenerife è la più grande (2034 kmq), El Hierro la più piccola (268), Fuerteventura e Gran Canaria quasi della stessa dimensione … (rispettivamente 1659 e 1560) e poi le restanti tre, in ordine Lanzarote 865, La Palma 708, La Gomera 369.

La superficie complessiva dell’arcipelago canario, 7.493 km², è più estesa (circa 2.500 kmq.) di quello, sempre spagnolo, delle Baleari, 4.992 km².

Sono molto abitate. La popolazione canaria è circa il doppio (2.200.000) rispetto alle Baleari 1.200.000; (densità Canarie 287,4; densità Baleari 221,8 ab./km²; circa tre volte superiore a quella della media spagnola).

In dettaglio abitanti per isola (ca.): Tenerife: 929.000, Gran Canaria: 859.000, Lanzarote: 160.000, Fuerteventura: 120.000, La Palma: 84.000, La Gomera: 22.000, El Hierro: 12.000, La Graciosa: 750.

Uno dei punti a favore delle Canarie: una regione autonoma del Regno di Spagna, quella di Gran Canaria e Tenerife, suddivisa in due province, Las Palmas e Tenerife, le cui capitali, Las Palmas de Gran Canaria e Santa Cruz de Tenerife, sono co-capitali della Regione.

La Regione è governata un consiglio regionale (il governo regionale gode di un’ampia libertà nella gestione degli affari interni delle isole) gobiernodecanarias.org. Le due province sono rette dal Calbido Insular de Tenerife (www.tenerife.es/portalcabtfe/en/the-council-of-tenerife) competente per le isole occidentali, e dal Calbido Insular de Gran Canaria (https://cabildo.grancanaria.com) per quelle orientali. Ognuna delle sette isole è governata da un’assemblea: il cabildo insular, un municipio, che consente l’autogoverno nelle questioni di pertinenza locale. Le isole sono ulteriormente suddivise in 77 comuni, (municipios o ayuntamiento), 21 dei quali si trovano a Gran Canaria, guidati da un alcalde (sindaco).

Le maggiori sono state le più trasformate dal fenomeno turistico, un po’ meno la Palma e ancora meno Gomera e Hierro. Tutte sono dotate di uno scalo aeroportuale.

“Le Canarie sono state profondamente trasformate dal turismo di massa, ma esse svelano anche piccoli villaggi di pescatori, paesini dalle case bianche appollaiati sulla cima delle colline e perfino alcuni luoghi selvaggi nei pressi del fragore sordo di un vulcano o di foreste originarie umide e nebbiose.” Questa la corretta sintesi introduttiva della Lonely Planet nella sua guida, edizione italiana. Purtroppo i villaggi di pescatori  e i paesini di collina autentici non credo esistano ancora in quelle più grandi, ma, forse Hierro e Gomera, ma anche La Palma (eruzione permettendo) riservano ancora qualche sorpresa.

Il turismo ha costruito qui i suoi modelli vincenti, località che vivono ed esistono in funzione dei flussi turistici che sbarcano quotidianamente sulle isole. Sembrerebbe una sconfitta dell’anima insulare. Ma non è così. O almeno la medaglia presenta, come sempre, il suo rovescio.

Vi sono interi settori delle isole immolate al turismo di massa, cattedrali anonime che sono uguali qui come in ogni altra parte del mondo, in cui si sono fatte (e sono molte) scelte simili.

Ma è proprio grazie alla ricchezza generata ad questo tipo di turismo, che è stato possibile adottare strategie meno impattanti, quelle, diremmo oggi, da transizione ecologica: creazione e potenziamento delle aree naturali protette, politiche energetiche sostenibili, valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali; ottime strade, cura degli spazi urbani, infrastrutture, che senza risorse non sarebbe stato possibile percorrere.

Molto, molto sinteticamente presentiamole.

Lanzarote, la più antica geologicamente, meno aspra e montagnosa rispetto alle maggiori, segnata però dalla sua profonda natura vulcanica, presenta un ambiente desertico, con ben 13 aree naturali protette tra cui il Parco Nazionale Timanfaya.

Fuerteventura, è quasi appiccicato a Lanzarote, ma è molto diverso; è l’isola del deserto di sabbia, con le sue dune e le sue morbide spiagge.

El Hierro, se escludiamo La Graciosa, è la più piccola dell’arcipelago, con i suoi 280 chilometri quadrati (pensiamo alla nostra terza isola italiana, l’Elba, che misura 224 kmq.). El Hierro e anche la Gomera (369 kmq.), presentano, in poco spazio (si fa per dire) una grande varietà di paesaggi, verdeggianti e vulcanici, villaggi caratteristici e ancora ricchi di tradizioni.

La Palma, soggetta ai capricci della natura è stata recentemente sconvolta da una devastante eruzione vulcanica; era famosa per i suoi paesaggi, soprannominata isla bonita, per la dolcezza e varietà del suo territorio. Saprà rinascere. Da settembre a dicembre 2021, il vulcano Cumbre Vieja ha distrutto 1.646 edifici, 73 chilometri di strade e 369 ettari di coltivazioni, più di settemila persone sono state evacuate a causa dell’eruzione, la più lunga nella storia conosciuta di La Palma dal 1585, e tra loro 2.300 hanno perso la propria casa.

Gran Canaria, immolata, parzialmente, al turismo, con l’animata e accogliente Las Palmas, le dune di Maspalomas, simbolo dell’isola.

Tenerife, meta del turismo di massa, tante attrazioni tra cui tantissime spiagge e il Teide, la vetta più alta della Spagna.

Un grande, vasto e complesso sistema insulare. Segnato in profondità dalle dinamiche del turismo. Paragoni e confronti, tra isole, tra arcipelaghi, tra i luoghi della nostra casa comune. Servono, e molto, soprattutto quelli basati sulle esperienze dirette, ci aiutano a capire il mondo, le comunità che lo abitano e ad apprezzare in profondità ciò che percepiamo e che viviamo.

Le radici di ogni essere umano sono il fondamento della universale percezione del sentirsi a casa, delle nostre radici. Ognuno di noi ha la sua casa, anche se siamo, o dovremmo essere liberamente, tutti cittadini del mondo. E così la nostra casa è la più bella in assoluto, sempre e comunque. Ma osservando e cercando di interpretare luoghi, cose e persone, possiamo intimamente capire che non è così.

Ciò che pensiamo essere l’ombelico del mondo, il nostro campanile, è un solo un pezzo della realtà, magari bello e affascinante ma solo uno dei tanti volti. Ebbene questo altro arcipelago è straordinariamente ricco, variegato, multiforme, e francamente è difficile reggergli il confronto, a meno che non si guardi il mondo con occhi curiosi ed obiettivi senza avere la presunzione di stilare inutili classifiche.

Ecco dunque un’isola, in sintesi. Un sintesi può essere utile per coglierne la sua anima. Lanzarote presenta uno straordinario paesaggio vulcanico, con sorprendenti formazioni geologiche. L’aspetto paesaggistico risente ovviamente di questa sua natura ma è sorprendentemente variegato. Dagli orti e i palmeti Haría ai vigneti, unici, di La Geria, dalle saline di El Yanubio, alle vorticose e possenti onde de La Santa, dallo spettacolare paesaggio del Timanfaya, a volte morbido e ovattato a volte ruvido ed aspro alla desertica e misteriosa La Graciosa, l’ottava isola. Le spiagge, morbide e sinuose, come Papagayo e Famara fanno da contrappunto alle imperiose scogliere e a alle formazioni vulcaniche di Los Hervideros e di El Golfo.

Il Parco Nazionale di Timanfaya, è l’autentica vetrina dell’ecosistema dell’isola, formato da un immenso mare di lava solidificata, in cui sorgono curiose formazioni geologiche, come grotte, coni e crateri. Nell’area del vulcano sono state registrate 180 specie vegetali diverse. Il Centro di Interpretazione del Parco presenta in modo efficace e didatticamente ineccepibile la genesi dell’arcipelago, di Lanzarote e ci ricorda come dovrebbe essere progettato e realizzato un centro visite.

Le altre aree di rilievo naturalistico sono il Parco Naturale di Los Volcanes, che circonda Timanfaya, e il Parco Naturale dell’Archipelago Chinijo, un ecosistema marino che comprende la piccola isola La Graciosa (29 kmq.) e altri isolotti di grande bellezza, con specie di uccelli molto interessanti.

Lanzarote deve molto ad uno dei suoi nativi più famosi, Cesar Manrique (1919-1992). L’eclettico uomo di cultura (pittore, scultore, architetto) nasce a Lanzarote, studia a Madrid e, dopo svariati anni trascorsi in tutto il mondo, vive negli anni ‘60 a New York. Torna in seguito nella sua isola natale, per stabilirvisi definitivamente. Qui dedica la sua vita a concretizzare un’idea innovativa:  usare l’isola come una tela su cui plasmare le proprie idee artistiche, ma soprattutto utilizzare l’arte e la cultura, come strumenti di protezione e valorizzazione del territorio insulare. Oggi a Lanzarote possiamo vederne i risultati: molti spazi progettati, il Monumento e il Museo del Campesino, il Jameos del Agua, il Giardino dei Cactus e la fondazione che porta il suo nome.

L’isola è Riserva della Biosfera (programma MAB dell’Unesco) dal 1993; moltissime le eccellenze paesaggistiche e naturali dell’isola, l’elenco è lungo ma sono sicuramente da evidenziare

Straordinari ed incredibili paesaggi; quelli che mi hanno più colpito.

Parque Nacional de Timanfaya; è possibile anche essere preparati all’interazione con questo paesaggio, considerando ciò che già l’isola offre appena si arriva, ma quello che il vulcano presenta è un ambiente unico, risultato di eruzioni vulcaniche di appena 300 anni fa.

Parque Natural Archipielago Chinijo e Riserva Naturale Integral de Los Islotes; l’arcipelago Chinijo (piccolo), è un gruppo di piccole isole situate a nord-est: Montaña Clara, Alegranza (10 kmq.) e La Graciosa (29 kmq. l’unica abitata con 658 abitanti), oltre agli isolotti di Roque del Este e Roque del Oeste.

Famara e il suo Risco è un imponente massiccio montuoso, lungo 23 km (con la vetta più alta di Lanzarote Peñas del Chache, 670 metri) ed una delle falesie più spettacolari dell’isola. Sul versante occidentale forma una scogliera che si affaccia sulla spiaggia di Famara e sul piccolo centro abitato Caleta de Famara,

Ma l’isola rappresenta un lungo elenco di Sito de Interes Cientifico, Paisaje Protegido e Monumentos Natural: Parque Natural de los Volcanes, Monumento Natural de la Corona, Monumento Naturale de Atlantide, Monumento Natural de los Ajaches, Monumento Natural de la Cueva de los Naturalistas, Monumento Natural de Islotes de Halcines, Monumento Natural de Monatnas del Fuego, Paisaje Protegido de Teneguieme, Paisaje Protegido de de la Geria, Sito de Interes Cientifico Salinas de Los Janubio, Sito de Interes Cientifico Salinas del Río, Rofera de Teseguite, Montaña del Mojón, Montaña Amarilla, Aguja Grande e Chica, Montaña Rajada, Montaña de los Rodeos, Caldera Santa Catalina, Caldera Colorada, Montaña Roja, Caldera El Cuervo, Cueva del Agua, El Jable, El Rubicón, Caldera Blanca, Los Helechos, Barranco del Quíquere, Montaña Bermeja, Peñas del Chache, Montaña Corona, Charco de los Clicos, Los Hervideros, Los Arcos de Los Caletones, Malpaís de la Corona.

L’anima di Famara: cosmopolita e giovane. Dal nome non si direbbe; è molto fuorviante e riduttivo: come mai si chiama caleta e non playa. Il toponimo caleta forse si riferisce alla piccola insenatura situata di fronte al primitivo nucleo abitato. Ma l’ampia insenatura che si apre alla fine di una estesa zona sorprendente, affascinante, selvaggia e desertica, riserva la sorpresa di uno scenario naturale straordinario: la spiaggia ai piedi della montagna è ciclopica, lunghissima e ricca di un morbido ambiente dunale.

Il piccolo centro si è molto sviluppato con un fiorire di seconde case e una urbanizacion con ville e residenze turistiche. Sono nati anche molti locali giovani e alla moda e molte scuole di surf.  Chi frequenta Famara, quasi sempre è un appassionato surfista. La passione per il mare e per le onde qui si tocca con mano, nel quotidiano spettacolo dei tanti giovani e giovanissimi che sfidano scogli e marosi alla ricerca dell’onda perfetta.

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