Sicilia, Mediterraneo e rotte dei Fenici
Questo è il Mediterraneo. Un crogiuolo di popoli, un crocevia di merci e culture, una varietà straordinaria di paesaggi e natura. Un contenitore di storia, di grandi imprese e di odierne sofferenze, in cui la nostra penisola occupa un posto privilegiato. Un privilegio che le ha assegnato da sempre un ruolo strategico e speciale, ma, per molteplici ragioni culturali e storiche, salvo rare e sfolgoranti eccezioni, non ha mai saputo fino in fondo sfruttare.
Tante sono le interpretazioni che possiamo immaginare del Mare Nostrum, legate dalle due culture che lo hanno permeato e da sempre lo accompagnano: la vite e l‘olivo. Oggi questo filo rosso collega antico e moderno, esperienze storiche e innovazione, all’insegna (speriamo) di un rinnovato e corretto rapporto, che sa di antico, con la terra.
Così arriviamo a Palermo, grazie alla tenacia di Antonio, che si immagina questa nuova esperienza. Antonio è l’anima di un grande sogno, divenuto, grazie a lui dal 2003, uno degli itinerari riconosciuti dal Consiglio d’Europa. L’itinerario è la Rotta dei Fenici, la grande e multiforme connessione delle grandi direttrici nautiche che, dal XII secolo a.C., furono utilizzate dai Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo.
Attraverso queste rotte, i Fenici, marinai e mercanti geniali, diedero origine ad una grande civiltà, per certi versi ancora poco nota, che si affermò attraverso l’espansione ad Occidente, generando intensi scambi di manufatti, uomini ed idee, e contribuendo nell’antichità alla creazione di una koiné mediterranea ed alla circolarità di questa cultura.
Nell’ambito del progetto CROSSDEV, co-finanziato dall’Unione Europea, Antonio e il suo staff (l’equipe degli itinerari culturali della Rotta dei Fenici e di Iter Vitis, entrambi itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa) hanno meticolosamente organizzato un workshop e un site visit che ci ha permesso di conoscere nuovi colleghi. L’incontro B2B tra i Tour Operator e tanti operatori locali si è tenuto presso il Vigneto Resort di Menfi.
Durante il fam trip, sono state visitate numerose aziende ed enti culturali tra cui Hotel Villa Giadel, Mandrarossa Winery a Menfi, Foresteria Planeta, Museo di Palazzo Pignatelli a Menfi, Casa Planeta-Maharia, il quartiere saraceno ed il Palazzo Panitteri, sede del Museo Archeologico a Sambuca di Sicilia, il Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, l’Agriturismo Case di Latomie a Castelvetrano e il Momentum BioResort a Selinunte.
Poi abbiamo avuto il piacere di assistere il 23 ottobre all’evento International Iter Vitis – Phoenicians’ Route Awards che si è tenuto Sambuca di Sicilia nell’accogliente cornice di Palazzo Pannitteri. Un riconoscimento internazionale che ha lo scopo di sostenere e premiare iniziative e innovazione nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale e vitivinicolo, della promozione di forme di turismo responsabile, creativo, esperienziale e sostenibile nei Paesi membri delle due reti internazionali. Con mia enorme sorpresa ho ritirato anche io un premio per conto della Fondazione Villa Romana delle Grotte Isola d’Elba.
Abbiamo visto premiare:
- Migliore pratica di turismo archeobotanico SHUMY WINERY (GEORGIA)
- Pratica più originale di turismo del vino CHATEAU VARTELY (MOLDAVIA)
- Miglior prodotto enoturistico crossborder AZERBAIJAN TOURISM BOARD (AZERBAIJAN)
- Museo del vino più innovativo LEFKADIA VALLEY (RUSSIA)
- Migliore pratica di valorizzazione dei vitigni antichi e autoctoni GAL KROTON (CALABRIA)
- Migliore sito culturale archeologico, per la valorizzazione innovativa e creativa LARNAKA TOURISM BOARD (CIPRO)
- Migliore Museo per la valorizzazione innovativa e creativa ASSOCIATION MUSEE MEDITERRANEE (FRANCIA)
- Migliore iniziativa culturale per la valorizzazione innovativa e creativa di mobilità dolce COMUNE DI PARENZO (CROAZIA) a pari merito con COMUNE DI OTRANTO (PUGLIA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata da una Associazione MOSAIC CENTRE JERICHO (PALESTINA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata da una Fondazione FONDAZIONE VILLA ROMANA DELLE GROTTE (ISOLA D’ELBA – TOSCANA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione territoriale creativa GAL TERRA DEI MESSAPI (PUGLIA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata nell’ambito della comunicazione RIVISTA PLEIN AIR (ITALIA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata nell’ambito della comunicazione INIZJAMED (MALTA)
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata nell’ambito della ricerca Istituto Universitario di Ricerca in Archeologia Ibera dell’Università di Jaén (SPAGNA)
- Personalità che si è distinta per la propria attività in ambito archeologico, culturale e della valorizzazione PAOLO GIULIERINI, Direttore del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli
- Migliore iniziativa di valorizzazione innovativa e creativa realizzata in una località – destinazione che unisce archeologia ed enologia COMUNE di MENFI a pari merito con il COMUNE di SAMBUCA DI SICILIA
- Migliore iniziativa che coinvolge le comunità locali nello sviluppo di un prodotto di turismo sostenibile culturale/archeologico/gastronomico o naturalistico PALESTINIAN HERITAGE TRAIL (PALESTINA)
- Migliore pratica attuata da un ente locale per la promozione del turismo sostenibile nella sua area COMUNE DI SAN BELLINO (Rovigo)
Palermo è morbida e accogliente, con mille volti come tutte le grandi città, ma la sua anima è fatta di mare, sole e straordinari intrecci di arte, religione, popoli, tradizioni, lingue e culture. Tra i 58 siti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco italiano è presente infatti a Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Durante il regno dei Normanni (1130-1194) l’isola fu caratterizzata da una eccezionale convergenza tra le culture che si amalgamavano e convivevano, la cultura occidentale, quella islamica e quella bizantina; una proficua convivenza di genti di diversa provenienza e diversa religione musulmani: bizantini, latini, ebrei, lombardi e francesi, che favorì l’interscambio di valori umani originando nuove esperienze nell’arte e nell’architettura e contribuendo allo sviluppo della cultura in tutta l’area mediterranea.
Gli animati e colorati mercati, le chiese, gli angoli più vitali e significativi. La secentesca Piazza dei Quattro Canti, dove convergono i quattro quartieri storici, la Fontana della Vergogna, tutta colma di figure mitologiche, la Cappella Palatina all’interno del Palazzo dei Normanni, sincretismo di religioni e culture del mondo mediterraneo, la Cattedrale, intrico esotico di torri e merlature, portali e portici, cupolette maiolicate, i mercati, Vucciria e Ballarò eredi dei suq arabi.
Ma la nostra meta è la Valle del Belice, vicino Menfi, ci fermiamo presso un accogliente agriturismo Il Vigneto Resort, molto curato e moderno, immerso nella campagna sicana, circondato da oliveti e vigneti a perdita d’occhio. L’azienda produce vino e olio e propone agli ospiti i prodotti del proprio orto. Siamo ad occidente dell’isola, nella sua parte meridionale, tra le province di Trapani ed Agrigento, idealmente di fronte a noi c’è Pantelleria, ma dista quasi 100 km (dalla Tunisia l’isola dista la metà).
Dal quei giorni tragici del terremoto del 1968, queste terre, in mezzo a tante difficoltà, sono rinate ed oggi la campagna è segnata da maree di viti e di olivete. Sono le Terre Sicane, territori densi di storia che raccontano il continuo susseguirsi di conquiste e dominazioni. Preziosissime aree archeologiche, la cui memoria richiama Elimi e Sicani, ma anche punici, greci, romani, bizantini ed arabi.
La Valle del Belice è zeppa di storia e di natura. Il Parco archeologico di Selinunte, un gioiello di origine greca che si estende su quaranta ettari di territorio, le oasi naturalistiche (la Riserva Naturale della Foce del Fiume Belìce, il Lago Arancio), le Terme Acqua Pia.
Menfi dalla sommità del colle su cui è adagiata domina la straordinaria distesa di vigneti ed oliveti. Terra e mare in un gioco continuo di colori e paesaggi. Menfi, Castelvetrano (famoso per suo il Pane Nero, presidio slow food, e l´olio extra vergine di oliva Nocellara del Belice), Sambuca di Sicilia (case a 1 euro), Partanna (il cui nome deriva dalla parola araba barthamnah, terra scura), Salemi (di chiara impronta islamica, con il castello Normanno). non sono solo punti geografici della Valle del Belice, ma rappresentano, insieme a tanti altri centri minori la terre della civiltà della vite e della cultura contadina.
Mare e vino permeano il territorio in una dimensione “liquida” che sovrasta e riempie lo sguardo con i vigneti ad onde che salgono verso le colline dell’entroterra.
Visitiamo Sambuca di Sicilia, 5000 abitanti, nel 2016 nominato “Borgo più bello d’Italia”. Le sue origini sono arabe e l’antico nome era Zabut. Il tessuto urbano conserva ancora un dedalo di viuzze chiamate dagli abitanti del luogo li sette vaneddi, i vicoli saraceni, dove sorgeva anche il castello dell’emiro Al Zabut. Grazie alla attenta e scrupolosa guida di Barbara, appassionata, dolce e competente, scopriamo il museo archeologico allestito nel seicentesco Palazzo Panitteri, sede di un Centro di interpretazione dell’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa La Rotta dei Fenici.
Il centro antico fortemente danneggiato dal terremoto del 1968 è situato in posizione panoramica, mentre il nuovo abitato si è sviluppato a valle. Sambuca dal 2019 è divenuta famosa per l’operazione promossa dall’amministrazione comunale Case a 1 euro, per riqualificare il patrimonio urbanistico e architettonico del centro storico e impedire lo spopolamento; sono arrivate offerte da tutto il mondo e il paese ha iniziato ad essere animato e frequentato da investitori, americani e britannici, svizzeri, tedeschi, francesi, lituani che hanno comprato e ristrutturato alcuni immobili del centro storico.
Le coste meridionale dell’isola furono le prime ad essere frequentate dai Greci d’Occidente. Da queste prime frequentazioni scaturì una importante via di comunicazione la Via Selinuntina: un’arteria lungo la costa della Sicilia che collegava Siracusa alle subcolonie Akrai e Kasmenai, proseguendo per Kamarina, Gela, Agrigento, fino ad arrivare Selinunte.
Castelvetrano, Selinunte, Menfi e Sambuca di Sicilia, sono tappe inserite nella Via Selinuntina grazie al progetto Crossdev (Cultural Routes for Sustainable Social and Economic Development in Mediterranean), co-finanziato dall’Unione Europea con il Programma Cbc Med che interviene in 4 paesi del Mediterraneo, Giordania, Italia, Libano e Palestina e che coinvolge istituzioni, imprese locali e cittadini, per lo sviluppo sociale ed economico del Mediterraneo, rafforzando pratiche di turismo sostenibile.
Selinunte è un’altra delle grandi città mediterranee dell’antichità e deve il nome al selinon, il prezzemolo selvatico che cresceva presso la foce del fiume Modione. Grazie alla sua posizione, sviluppò fruttuosi commerci soprattutto con le popolazioni puniche che vivevano nella parte occidentale della Sicilia e nella vicina Cartagine. Coinvolta nelle ostilità fra Greci e poi fra Greci e Punici, nel 409 a.C. venne distrutta dai Cartaginesi. La città ridotta alla sua Acropoli divenne in seguito un importante centro commerciale. Le dimensioni del Parco Archeologico, il suo assetto urbanistico e i numerosi templi testimoniano l’antica grandezza.
I Sicani, di stirpe mediterranea, erano presenti nell’isola dal III millennio a.C, Tucidide li considera Iberi scacciati dai Liguri dal fiume Sicano nell’Iberia spagnola. Già nel 3000 a.C. la Sicilia ebbe dei contatti il popolo di nomadi chiamato “popolo dei bicchieri campaniformi” proveniente dalla Spagna.
Menfi oggi è forse il simbolo di questo spazio geografico delle Terre Sicane, luoghi di confine tra il mondo fenicio e quello greco. Il centro abitato sulla sommità della collina sovrasta morbide colline colme di vigneti (circa 6.000 ettari) che degradano verso il mare azzurrissimo, campi zeppi di olivi dalle mille tonalità del verde; è un palcoscenico di una preziosa biodiversità, dove a sfidare il vento di scirocco che soffia dalla vicina Africa, dominano i canneti, le dune di sabbia, le palme nane.
In questo spazio dell’isola nell’antichità, sorgeva l’antica Inyco, nota produttrice di vini. Oggi la denominazione di Origine Controllata Menfi (che comprende più di 100 ettari a coltivazione biologica) creata nel 1995, riunisce non solo Menfi ma anche ma anche parte dei comuni di Sciacca, Sambuca di Sicilia e Castelvetrano.
Le visite. Durante il nostro breve viaggio visitiamo alcune aziende agricole impegnate in produzioni di qualità, con una particolare attenzione al recupero ed alla valorizzazione della cultura del territorio, che offrono anche ospitalità con uno standard medio alto.
Villa Giadel. Un piccolo boutique hotel immerso nella campagna menfitana a gestione familiare. A qualche minuto da Menfi e a circa un chilometro dal mare, ambiente curatissimo negli spazi di accoglienza, camere molto ben arredate e soprattutto ottima ospitalità.
Il progetto Mandrarossa cantina e vini. Tutto definito nei minimi particolari ad iniziare dalla comunicazione. Questo lo slogan: una Sicilia che non ti aspetti. Accompagnati alla visita dell’azienda e della cantina scopriamo i segreti del territorio della costa sud occidentale dell’isola, uno dei più importanti distretti vitivinicoli della Sicilia, ove l’agricoltura è la fonte dello sviluppo dell’economia e della comunità locale. I vigneti di Mandrarossa hanno iniziato a produrre nel 1999 e si estendono per 500 ettari, vanno da una altitudine di 440 metri sul livello del mare fino alla spiaggia, attraversando diverse contrade in cui è suddiviso il territorio di Menfi.
Planeta, ospitalità, cultura, tradizioni e vino. Antica famiglia siciliana che nel corso del 900 ha trasformato la piccola cantina familiare in una grande cantina sociale che si è evoluta in un patrimonio collettivo e in un modello di sviluppo territoriale (250 ettari di vigneti). Molto curata la parte dell’ospitalità con camere ed ambienti di ottimo livello e di qualità. La cura degli spazi esterni e la posizione panoramica ne fanno un luogo di meditazione e rilassamento.
Maharia. Progetto di valorizzazione ed utilizzo del patrimonio edilizio pubblico. Lo storico Palazzo Planeta, costruito nella seconda metà del settecento da una ricca famiglia di proprietari terrieri menfitani, è stato restaurato in ogni suo aspetto e destinato come spazio per attività culturali dedicate alla promozione del territorio e della buona ristorazione, accoglienza ed ospitalità.
Centonze e Case di Latomie. Olio e ospitalità. Straordinaria e famosa in tutto il mondo è la produzione a Castelvetrano dell’olio Centonze, presidio Slow Food dell’Olio Extra Vergine di Oliva, biologico di altissima qualità. Campi di olivi maestosi, monumentali e lussureggianti. La vasta oliveta comprende anche le Latomie, antiche cave di tufo calcareo coltivate dall’800 a.C. ed utilizzate dai greci per la costruzione dei templi di Selinunte. L’intera zona si identifica fra i primissimi luoghi nel Mediterraneo in cui fu avviata la coltivazione dell’olivo.
Momentum Wellness Bio Resort, un’oasi di benessere a pochi chilometri dall’area archeologica di Selinunte. Un tradizionale baglio siciliano completamente ristrutturato, accoglie la struttura dal design moderno e caratterizzata dall’uso di materiali naturali locali.