Capraia. Un pò di promozione…

Capraia. Un pò di promozione…

Capraia. Gennaio 2021. “….Le isole sono posti particolari. Si differenziano sotto molti aspetti: la distanza dalla costa più vicina, le caratteristiche del canale che appunto da essa le separa, se ad esempio può essere percorso a remi o no: li si vede meglio che altrove in che misura il mare effettivamente unisca o quanto divida. Si diversificano anche dall’immagine e per l’impressione che suscitano: ci sono isole che sembrano navigare o affondare, altre che paiono ancorate o pietrificate e sono davvero soltanto resti del continente, staccate e incompiute, separatesi a tempo debito e alle volte diventate indipendenti, più o meno bastanti a se stesse. Alcune si trovano in stato di grandissimo disfacimento e disordine, su altre invece ogni cosa è al suo posto così che sembra possibile stabilirvi un ordine ideale. Alle isole vengono attribuiti connotati e disposizioni umane e così diventano solitarie, silenziose, assetate, nude, deserte, sconosciute, incantate, talvolta fortunate o beate. … Le isole diventano sovente luoghi di raccoglimento o quiete, pentimento o espiazione, esilio o incarceramento: donde la presenza di tanti monasteri, prigioni, istituzioni che portano alle estreme conseguenze la condizione e il destino insulare … Gli abitanti delle isole sono meno spensierati della gente della terraferma proprio per il fatto di essere separati. Per loro la terraferma è solo l’altra parte del canale. La loro lingua è diversa da quella della pur vicina costa più di quanto non possa motivarlo l’effettiva distanza fra di loro: questo distacco probabilmente influisce anche sui rapporti col mondo e crea qua e là personalità singolari e strane. Ci sono isole dove si parlano più lingue … Ciò nonostante gli abitanti delle isole accettano più facilmente i nuovi arrivi di quanto facciano gli altri, forse anche per il fatto, che quando attraversano il braccio di mare che divide l’isola d terra, anche loro diventano i nuovi arrivati … Guardano la futuro come una ripetizione del passato, della sua parte migliore …” Pedrag Matvejevic, Mediterraneo.

Capraia, Aigylion, nome attribuito all’isola dai naviganti greci diretti a Massalia (Marsiglia). Isola delle Capre (dal sostantivo greco àighes). Il piccolo porticciolo si è impreziosito di un elegante passeggiata ed alcuni piccoli ma raffinati negozi. Sono solo 800 metri di strada per arrivare in collina, al paese. Si fanno a piedi, oppure con lo scuolabus comunale che effettua servizio navetta. Le uniche auto, pochissime, le vedi e le senti solo qui, nel breve tratto di strada, poi ti immergi completamente nella dimensione della piccola isola. Come non citare Gin Racheli: il mondo delle isole parla il linguaggio dell’anima. E Capraia parla all’anima attraverso la sua natura giovane e maestosa. Qui non ci sono spiagge affollate di turisti, il piccolo paese accoglie al massimo un migliaio di ospiti, il resto è natura selvaggia, scogliere a picco sul mare, grotte che si immergono nelle profondità dell’antico vulcano, e straordinarie formazioni geologiche. A Capraia è obbligatorio fare un giro lungo costa, al tramonto verso ovest, la mattina nella parte orientale.  I cromatismi si specchiamo nel mare e le pareti rocciose raccontano, come in uno straordinario cartone animato, la poderosa combinazione di forze da cui nasce l’isola.

Forse qui è evidente più che altrove (tra le altre isole dell’Arcipelago Toscano) la dimensione autentica dell’insularità, di un’isola difficile e aspra nelle lunghe giornate invernali, scintillante e animata durante la breve estate. Ma qui si coglie la vera essenza di un’isola, selvaggia e ammaliante.

Non ci sono spiagge; già questa può essere un’amara sorprese per chi si immagina, specie coloro che arrivano in giornata dopo la traversata marittima di 2 o 3 ore, sabbia e ombrellone. Ma ci sono cale e piccole baie (il Frate, lo Zurletto, il Ceppo, la Carbicina, la Torretta del Bagno, la Grotta, San Francesco, Portovecchio)da conquistare con un po’ di fatica: e ne vale sicuramente la pena.

L’isola vive nella sua doppia identità urbana tra porto e paese. Il porto oggi è il centro più vitale dell’isola, specie durante il periodo estivo. Tanti bar e ristoranti, piccoli negozi che offrono i prodotti locali, punti per il noleggio delle imbarcazioni e il punto CEA Infopark (del Parco Nazionale dell’Arcipelago) dedicato alla recente scoperta del ritorno della foca monaca nelle acque capraiesi.

Il paese, adagiato sulla collina, con la presenza delle imponenti architetture del Forte San Giorgio, del Convento di Sant’Antonio e della Torre del Porto, con le sue stradine strette e selciate conserva il fascino delle cose genuine ed autentiche e regala ad ogni angolo, in ogni vicolo l’emozione dell’isola.

A Capraia negli ultimi anni sono nate diverse aziende che si sono dedicate al recupero delle tradizioni agricole inaugurando ottime produzioni locali (Agriturismo Valle di Portovecchio; Arura Azienda Agricola; Azienda Agricola Biologica La Piana; Azienda Agricola La Mursa; Azienda Agricola San Rocco; Azienda Agricola Il Saracello).

Sono molte le cose da apprezzare ed assaporare a Capraia;; il mare, il trekking, le escursioni. Ma non si possono perdere le perle di Capraia.

Il Paese e la mostra del Guerriero. Imprescindibile una passeggiata nel paese, in silenzio e senza fretta, per assaporare l’atmosfera delle case capraiesi, dei vicoli stretti, dove ogni pietra ha qualcosa da raccontare. Una serena passeggiata da concludere con il contatto con la ricca storia archeologica dell’isola. La chiesa di Sant’Antonio ospita la piccola e preziosa mostra “Il ritorno del guerriero” che espone una serie di importanti reperti archeologici qui rinvenuti. La maggior parte provengono dalla cosiddetta Tomba del Guerriero, scoperta nel sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta nel 1988 e sono da attribuire a manifatture imperiali della Gallia. La sepoltura è attribuita ad un militare di 25-30 anni, forse un Franco dell’esercito imperiale di Avito, morto durante la battaglia della Corsica del 456 d.C. contro una la flotta vandala partita da Cartagine per saccheggiare la Gallia o l’Italia.

La Valle di Portovecchio. Dal porto si sale passando vicino alla Chiesa dell’Assunta verso l’estremità nord occidentale dell’isola. E’ in questo settore che troviamo i resti delle strutture della Colonia Penale Agricola dismessa nel 1980. E’ un viaggio  nel tempo, immersi tra i profumi e i colori dell’isola  che ci ricorda come sarebbe importante recuperare e conservare le testimonianze del passato. Dopo meno di un’ora di cammino arriviamo nel luogo dove il presidio carcerario aveva dislocato la struttura produttiva del pollaio. Oggi Massimo e Rossana, con tanta fatica hanno realizzato l’agriturismo Valle di Portovecchio. Vista spettacolare, una sola camera per gli ospiti, cene a tema aperte a tutti, produzione di miele e liquori con le essenze selvatiche dell’isola. La ristrutturazione ha mantenuto inalterata l’architettura originale degli immobili. La sosta da Massimo e Rossana rappresenta un’immersione partecipata in questa singolare e suadente dimensione insulare.

Lo Zenobito. Tanta fatica, ma quali grandi e incredibili scenari si aprono ai nostri occhi. L’itinerario è lungo e zeppo di passaggi faticosi ma ne vale sicuramente la pena. La Torre si raggiunge con circa 6-7 ore di cammino (circa 17 km andata e ritorno) ed è bene quindi effettuare l’escursione calcolando con precisione i tempi di percorrenza, verificare la temperatura e le proprie attitudini fisiche. La Torre dello Zenobito sovrasta Cala Rossa, l’antico cratere del vulcano dell’isola; è stata costruita per opere della repubblica marinara di Genova nel 1545 e si sviluppa su tre piani, con un soppalco interno. E’ uno dei luoghi simbolo dell’isola e uno degli angoli più suggestivi dell’intero arcipelago, le falesie aspre e selvagge, tinte dalle rosse rocce vulcaniche, si stagliano nel blu intenso del mare, la bassa vegetazione multicolore dipinge questo straordinario ambiente su cui svetta l’antica torre genovese.

Lo Stagnone e il Monte delle Penne. Un’incredibile escursione (12 km, circa 5 ore) per scoprire l’unico lago naturale dell’arcipelago. Un piccolo bacino lacustre traboccante di natura e incastonato nelle scogliere occidentali dell’isola. Lo specchio d’acqua costituisce un habitat di alto valore naturalistico, in primavera si ricopre della fioritura bianca del Ranuncolo di Baudot ed offre uno strategico ristoro all’avifauna migratoria. Dallo Stagnone con una suggestiva ascensione si raggiunge il Monte delle Penne: è qui che Capraia racconta la sua essenza selvaggia e emozionante, con lo sguardo verso le altre isole dell’arcipelago e la Corsica.

Periplo dell’isola in barca. Irrinunciabile per avere una esatta percezione dell’isola, disegnando con la mente il suo profilo per immagazzinare nella memoria la sua identità vera, i segreti del suo mare cristallino. Fatta di scogli e scogliere, anfratti e grotte, insenature, calette e piccole baie che raccontano la sua straordinaria storia naturale ed umana. Dal mare Capraia esprime tutta la sua forza attrattiva, emana il fascino misterioso del suo antico vulcano, sfoggia civettuola i suoi colori e i suoi multiformi profili rocciosi, accarezzata dalle acque del mare antico.

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