Coerenza e coraggio
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!» (Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)
Banale e poco coerente. Da un lato si rivendica il valore universale della poesia di Dante quale elemento fondativo dell’identità culturale italiana, d’altro canto oggi di lui si vuole dare una visione poco coerente, senza minimamente riconoscere il dramma che la sua figura di uomo ha vissuto. La sua vita brulicante di esperienze e sconfinatamente piena di conoscenza e sapere, segnata dal constante impegno disinteressato fanno da drammatico contraltare alla considerazione e al trattamento che a lui sono stati riservati dai suoi contemporanei e dai suoi concittadini,
Cosi anche le celebrazioni del 2021, anno del settecentenario della morte di Dante (Ravenna, suo luogo d’esilio, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321).
La sua terra offre una riconciliazione senza fare ammenda. Così Il restauro del cenotafio in Santa Croce a Firenze ostentato simbolo di riconciliazione della città che lo ha condannato a morte.