Mi faccio da parte. Giugno 2000
Portoferraio, giugno 2000
Desidero ringraziare tutti coloro che a più riprese mi hanno manifestato la loro stima e fiducia per il lavoro, che dal 1997 ho avuto il compito e il piacere di svolgere in quanto membro del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
In queste settimane, come riportato dalle cronache locali, sono giunto al capolinea di questa esperienza, dimettendomi dalla carica per quale a suo tempo sono stato indicato dalle associazioni di protezione ambientale WWF, Legambiente e Amici della Terra e nominato con decreto ministeriale dall’allora Ministro dell’Ambiente Sen. Edo Ronchi.
Non esiste una sola ragione, esistono mille elementi che tutti insieme hanno contribuito a farmi compiere questa scelta. Il mio atto non può essere letto come facile disimpegno. E’ una decisione lungamente meditata e molto sofferta. In questo senso poco peso, o quasi nullo hanno quei momenti dialettici con le associazioni che risultano fisiologici in tutti i Parchi del nostro paese.
Coloro che con me hanno condiviso l’esperienza di istituzione del Parco e dei suoi primi passi, sanno quante sono state le energie da me profuse per la sua nascita, quanto, ho creduto e credo nel futuro sostenibile per le nostre isole. Il Parco in questi anni ha fatto passi da gigante e si è tirato dietro, inevitabili polemiche spesso inutili e pretestuose.
Oggi è una realtà con la quale confrontarsi, è una realtà di tutti, degli elbani, dei capraiesi e dei gigliesi, i quali possono utilizzarla per far rinascere queste isole attraverso uno sviluppo sostenibile. Per parte mia ho progressivamente esaurito le energie e non esistono più le condizioni affinché possa continuare a dare il mio contributo come membro del Consiglio Direttivo. Non mi sento più calato nel ruolo, non mi identifico più con gli obiettivi e con i mezzi per raggiungerli. Spesso non condivido la forma e la sostanza. Le belle parole e le enunciazioni di principio che spesso si sentono ai convegni e nelle pubbliche dichiarazioni, si concretizzano nella mania modernista di un turismo distruttivo e di un uso insostenibile delle risorse.
E’ giunto il momento di farmi da parte, avrei voluto dare e fare di più; ho capito e toccato con mano che la cosa pubblica è fatta da uomini e quando gli uomini lavorano bene le cose marciano. Avrei voluto vedere un rinnovamento delle associazioni di protezione ambientale, un risollevarsi dalla crisi nella quale stanno precipitando, crisi di persone, di idee, di capacità appunto di rinnovarsi sugli obiettivi, che con gli anni cambiano e cambiano soprattutto quando la prima grande sfida è stata vinta, da quando cioè per le nostre isole e per il nostro mare abbiamo un parco nazionale. Banale affermare che per me la poltrona non era e non è importante, ma essa è fondamentale fare le cose, ebbene alcune cose le ho fatte ed ora lascio vuota questa poltrona per qualcun altro che vorrà impegnarsi per le nostre isole.
Io da parte mia contribuirò come potrò, nel mio piccolo affinché il parco rappresenti sempre più il futuro sostenibile di questo strano territorio di terra e di mare.
Marino Garfagnoli