Isola d’Elba. Dune. Dicembre 1996

Isola d’Elba. Dune. Dicembre 1996

La duna di Lacona. Ormai, come tanti habitat naturali e semi naturali presenti sull’isola, solo un piccolo fazzoletto di terra.  Ma non per questo meno importante. Il sistema dunale di Lacona è l’unico, di un certo rilievo e dimensione, presente sull’Elba e uno dei pochissmi superstiti nelle piccole isole del bacino mediterraneo.

E’ uno dei tanti tasselli della diversità della nostra isola, della varietà dei suoi paesaggi e dei suoi ambienti. E’ ancora, come nel passato, un simbolo dell’impegno di Elbaviva per la difesa e la valorizzione intelligente del territorio e delle sue risorse.

Ma è ancora in pericolo, aggredito dal cemento, sottoposto alla straordinaria pressione del turismo balneare, spesso poco attento,  ed a tutte quelle attività che lo danneggiano irreparabilmente. Se la duna di Lacona scomparirà, sicuramente non rimarrà nemmeno la spiaggia e verranno meno i motivi di richiamo della zona e una delle fonti di reddito più importanti…

… la natura in questo luogo è davvero esuberante, ricca e varia. Il popolamento vegetale ed animale delle zone dunali è sorprendente e l’aspetto più spettacolare delle dune  costiere e del retrospiaggia è la vegetazione : tante essenze molto diverse tra loro ed estremamente specializzate:

 la più famosa e più sfortunata (fiorisce da luglio in poi), il giglio di mare (Pancratium maritimum);

 il cardo di mare (Eryngium maritimum);

 la soldanella delle sabbie (Calystegia soldanella);

 la rughetta di mare (Cakile marittima);

 il papavero delle dune (Glaucium flavum)

 e tante altre… e tanto altro …

Auspichiamo, dopo anni di polemiche sterili e di inutile spreco di energie, che il nuovo Parco Nazionale del nostro arcipelago, possa avviare oltre che un progressivo mutamento della sensibilità nei confronti del nostro ambiente,  anche un forte e concreto processo di tutela del territorio affinchè si possa giungere ad un effettivo miglioramento della qualità della vita. Per questo ci rivolgiamo a coloro che si apprerstano a gestire ed a far funzionare questo parco: il compito è difficile, il senso di amrezza per il tempo perduto è forte, ed è giusto che dopo le parole nessuna delle aspettative per un nuovo modello di sviluppo per l’Arcipelago Toscano vada delusa.

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