Isole e rifiuti. Soluzioni e incapacità. Gennaio 1999

Isole e rifiuti. Soluzioni e incapacità. Gennaio 1999

“Dopo decenni di litigi tra le varie entità amministrative del comprensorio, la soluzione del problema dei rifiuti, grazie anche ad un commissariamento regionale ormai molto lungo, sembra arrivata”. Così esordiva un nostra lettera inviata agli enti locali un anno fa (luglio 1998)

Il contenuto e le riflessioni li espresse sono quanto mai attuali considerati i problemi che pone l’impianto ormai famoso localizzato nel comune di Porto Azzurro, località Buraccio.

Già molte altre volte, nel corso degli ultimi dieci anni, Elbaviva ha sottolineato come la questione rifiuti andasse risolta, adottando la soluzione più razionale e nel pieno rispetto della legge. I nostri amministratori locali non hanno mai avuto il coraggio di scegliere, considerando le proposte che venivano dal mondo ambientalista come utopistiche e prive di concretezza, le stesse soluzioni che sono oggi alla base della nuova legislazione sui rifiuti. La Regione è stata costretta a nominare un commissario per risolvere questo problema.

Ed ecco che oggi ci troviamo un bell’impianto di incenerimento. Per di più all’interno di un parco nazionale. Oltre alle due discariche di Literno, una controllata ed una, quella più vecchia, che rappresenta una vera e propria bomba ecologica.

Abbiamo proposto e continuiamo a credere che per la nostra isola la soluzione più adatta sia rappresentata dalla raccolta differenziata. La nuova legislazione spinge in tale direzione, oltrechè puntare sulla riduzione a monte dei rifiuti al momento della produzione: dal confezionamento dei prodotti e degli imballaggi.

Le nostre perplessità sull’impianto di incenerimento previsto al Buraccio non derivano da connotazioni pregiudiziali ed ideologiche, ma dalle seguenti considerazioni.

  1. Non è giusto continuare a propinare ai cittadini la tecnologia degli impianti di incenerimento con recupero energetico come non inquinante ed innovativa. Da un punto di vista scientifico è dimostrato che, almeno per ora, gli inceneritori sono inquinanti; le tecnologie con recupero energetico non sono certo innovative: il primo inceneritore fu realizzato a Manchester nel 1800 ed era in grado di recuperare energia sotto forma di vapore.
  2. La scelta dell’incenerimento non è accettabile come soluzione alternativa alla gestione dei rifiuti. Rappresenta unicamente una scorciatoia pericolosa che graverà sulla collettività in termini monetari e sanitari. In più spesso tali impianti sono diseducativi perchè non prevedono il conferimento differenziato ed il successivo riutilizzo dei riufiti riciclati.
  3. Il sistema dell’incenerimento non può essere una risposta all’emergenza rifiuti e non può essere spacciato come alternativo alla discarica. Infatti se vengono inviati 100 chilogrammi di rifiuti ad un inceneritore super moderno (di terza generazione), si ha di fatto una riduzione della massa di rifiuti di circa il 70% di peso: oltre a trasformare gran parte di materiali in inquinanti atmosferici, alla fine della combustione rimangono almeno 30 chilogrammi di rifiuti da mettere ugualmente in discarica. Questi 30 chili non sono però rifiuti normali, bensì dei concentrati di materiali pesanti ed altri composti tossico-nocivi, e quindi debbono essere destinati a discariche per rifiuti speciali. Non si riduce quindi la dipendenza dalla discarica.
  4. Incenerimento non significa risparmio. I costi di realizzazione degli impianti sono esorbitanti, è necessario un grande investimento di capitale di fronte al quale si creano pochi posti di lavoro: circa 400 miliardi per un inceniritore di 1000 tonnellate al giorno, che si sommano ai costi di gestione. Questi si ammortizzano in circa 25 anni di funzionamento, 24 ore su 24 per almeno 310 giorni all’anno. Senza considerare gli elavati costi ambientali che si sostengono per un impianto di questo genere.
  5. E’ difficile determinare i costi ambientali durante il funzionamento dell’impianto. L’unica cosa certa è che questi ci sono. I lavoratori e le popolazioni vicini sono esposte alle ceneri tossiche e la loro deposizione in discarica è fino ad oggi problematica e costosa.

Forse è giunto il momento di confrontarsi seriamente sulla questione inceneritore : se l’impianto soddisfa tutti requisiti normativi e sicuramente non rappresenta una fonte di inquinamento, tutti dobbiamo lavorare perché lo smaltimento dei rifiuti funzioni con le dovute garanzie ; se invece questa scelta si rivela sbagliata è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità e con coraggio si scelga di cambiare.

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