Parco e parchi. Novembre 1995
Ritornando a parlare di Parco Nazionale, ritroviamo incredibilmente espresse sulla stampa, ma c’era da aspettarselo, dichiarazioni di esponenti politici e amministratori comparse già circa un anno fa. Fino a qui niente di male, si potrebbe giustificare questa reiterazione come espressione di coerenza inossidabile di idee e di programmi nonostante il tempo trascorso.
Però, rileggendo più attentamente le dichiarazioni comparse sulla stampa locale notiamo una evidente tendenza alla retromarcia rispetto alle opinioni precedenti.
Con questo intendiamo sottolineare che alcuni politici, locali e non, che un anno orsono si erano dimostrati, anche se moderatamente, favorevoli all’ipotesi di parco nazionale a prescindere dall’ampiezza della sua perimetrazione, ora cavalcano l’onda della protesta di coloro che si dichiarano contrari al parco nazionale.
I grandi titoli apparsi su quotidiani locali come: “Parco possibile” o “Il parco con la gente”, non hanno mai avuto alcun significato sul piano pratico e tantomeno oggi possono averlo. Termini del genere hanno il solo fine di permettere a chi li enuncia di stare con un piede da una parte ed uno dall’altra e toglierlo a seconda di “come tira il vento”.
Lo pseudo ambientalismo si vede anche e soprattutto in queste situazioni, in cui gli interessi di pochi vengono posti davanti agli interessi di carattere nazionale ed internazionale. La legge istitutiva delle aree protette infatti, guarda soprattutto con un ottica internazionale alla protezione delle risorse naturali in genere ed in questo caso dell’Arcipelago Toscano.
Invece di mettere in atto una seria campagna informativa (hanno avuto circa un anno di tempo per farlo) le forze politche che governano le istituzioni, hanno taciuto quando la questione parco era in ombra ed ora che se ne ritorna a discutere, ritornano con le vecchie interpretazioni della legge, e con le demagogiche dichiarazioni di schieramento “favore degli elbani”.
Il fatto più grave è che rappresentanti locali di associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale, riferendosi alle zone del comprensorio minerario, fanno dichiarazioni che poco hanno a che fare con una chiara politica di protezione del territorio.
I comuni invece di mettere sul tavolo delle serie proposte motivate e alternative rispetto a quella prospettata dal Mnistero dell’Ambiente, si sono ritirati nella loro roccaforte del pregiudizio e della malafede, riproponendo ipotesi di parco ridicole, inconcepibili e fuori dai contenuti della legge.
La paura che gli enti locali ed i cittadini vengano privati del loro controllo nella gestione dell’area da sottoporre a protezione, o che i poteri loro affidati dalla legge 394 siano irrilevanti crediamo sia infondata.
A noi pare che venga assicurata infatti la piena partecipazione delle comunità locali nella gestione dell’area protetta anche se con rilevanza non vincolante dal punto di vista decisionale. Ma questa nostra lettura, che è anche di altre componenti della società civile, è certo parziale e potrebbe essere argomento di di confronto e discussione concreta e serena.
La gestione di tutta l’area, naturalmente, non viene affidata per legge a dei comitati di cittadini od ai Consigli Comunali proprio perchè occorrono alte competenze scientifiche e manageriali per poterlo fare e non solo politiche.
Nel frattempo gli ingenti finanziamenti nazionali e soprattutto comunitari erogati per l’apertura e l’organizzazione di nuove aree protette continuano a passarci sopra la testa e questo perchè molti non pensano o non vogliono pensare che con una seria politica dei parchi si ridarebbe un grosso slancio a nuova occupazione soprattutto giovanile, valorizzando e proteggendo seriamente, nel contempo, l’ambiente naturale.
Marino Garfagnoli. Verdi Arcipelago Toscano