Isola d’Elba. Parchi e pianificazione urbanistica. Gennaio 1999
Degenerazione urbanistica del territorio : ostacolarla e mutarla in modelli di utilizzo e valorizzazione sostenibili è una delle prerogative di maggior peso delle associazioni ambientaliste.
Ci corre l’obbligo di riconoscere a Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri, nonché membro del CD del Parco, di avere, con i suoi recenti interventi sulla stampa, messo coraggiosamente il dito nella piaga, laddove propone di fare coincidere con l’area contigua (così come definita dalla legge 394) del Parco Nazionale, l’intera isola d’Elba, anche al fine di rendere finalmente realizzabile un governo urbanistico unitario con la garanzia del Parco. Tale impostazione va sostenuta attivamente per le innumerevoli ricadute positive, anche economiche che contempla. In tal senso ogni aggiustamento ai perimetri del Parco va inserito in questa filosofia.
Tuttavia occorre inserire la sensata iniziativa di Barbetti in un paniere di considerazioni più generali che riguardano la politica urbanistica dell’Elba.
- La stessa amministrazione Barbetti ha recentemente varato una variante al PDF che beneficia i proprietari (non solo residenti) di una miriade di piccoli manufatti, poi condonati con possibilità di ampliamenti atti a trasformarli in ville, con il pretesto risibile di “riqualificare” il territorio rurale e marginale ; ha inoltre precedentemente inviato alla Regione per l’approvazione altra variante che individua migliaia di nuovi metri cubi con la prevista realizzazione, tra l’altro, di un insediamento commerciale residenziale prossimo alla spiaggia di Lacona, senza identificazione di caratteri insediati innovativi, questa volta con la scusa che “manca un centro urbano individuabile”. Va sottolineato che, salvo eccezioni, l’amministrazione Barbetti, ha incoraggiato il laissez faire e l’edilizia diffusa. Il tanto esteso e capillare abusivismo edilizio non si sarebbe potuto sviluppare, in presenza di una volontà politica tesa a contenerlo con un minimo di sforzo di monitoraggio e controllo del territorio, nonché attraverso un più efficiente funzionamento della macchina autorizzativa comunale tale da non costringere i cittadini ad annose peregrinazioni tra i vari uffici tecnici.
- In territorio di Porto Azzurro l’abusivismo si è manifestato in misura forse meno massiccia. In compenso, sono tuttora in corso, tentativi ben noti di assicurare speculazioni edilizie miliardiarie a chi vorrebbe realizzare anacronistici maxi complessi ricettivi di molte centinaia di posti letto e corrispondenti colate di cemento in aree verdi (Pontecchio e Barbarossa). L’amministrazione finora si è trincerata dietro la ipocrita argomentazione “sono scelte pregresse, non possiamo farci nulla”, quando basterebbe un minimo di determinazione per silurare i demenziali progetti, superati da ogni punto di vista.
- Il territorio più martoriato dal disordine edilizio è forse quello del comune di Marina di Campo. Basti pensare alle orrende accozzaglie di capannoni in bella vista recentemente insediate nei luoghi sbagliati e senza mascherature verdi di sorta. La giunta in carica a fronte del vero e proprio strazio ambientale determinato dalla cementifcazione diffusa, non ha trovato di meglio che varare una ulteriore variante al PRG, sorella di quella adottata dal Comune di Capoliveri ed estesa anche al territorio interno ai confini del Parco Nazionale.
- La giunta Fratini si è caratterizzata, omologandosi a un non brillante passato, per l’adozione di un PRG (attualmente in iter di approvazione) che estende ulteriormente la possibilità di erosione urbanistica del residuale territorio agricolo, questa volta con il pretesto della prima casa, argomento che come tutti i tabù occulta ben altre finalità e interessi. Con il medesimo pretesto, si è negli ultimi anni stuprato il retroterra portoferraiese (Albereto docet), senza peraltro mai considerare alcuna prerogativa di innovazione del modello costruttivo. Incombe inoltre un progetto che oltre al raddoppio del campo da golf dell’Acquabona a spese di una valle tutt’altro che degradata, prevede un nuovo dono di migliaia di metri cubi speculativi (se le osservazioni al PRG degli interessati saranno accolte) al gruppo immobiliare milanese già protagonista di noti episodi di cementificazione in un recente passato. Il trucco di inserire tali volumetrie sotto forma di osservazioni dei soggetti promotori del progetto (proprietà del golf) al nuovo PRG, al fine immaginabile di rendere meno evidente la compiacenza del comune con tale operazione non regge. Non poteva infatti non essere evidente, a chi ha inserito nel PRG il raddoppio del campo da golf, che senza un volano finanziario da speculazione immobiliare tale prospettiva non avrebbe potuto realizzarsi. Altro recentissimo episodio rivelatore della impostazione della giunta comunale riguarda il caso di Fontemurata, laddove, in stralcio al proposto PRG si è adottata una variantina ad hoc per consentire di fatto la trasformazione d’uso di un crinale naturalisticamente molto significativo per la presenza di un bel tratto boscato a sughera in una sorta di parco-zoo con attrezzature varie e bar-ristorante. In questo caso il trucchetto consiste nell’aver individuato, per la realizzazione delle cubature, la necessità di utilizzare solo materiali dolci (legno essenzialmente) senza prevedere opere in muratura. Non è difficile immaginare che evoluzione tali insediamenti potranno subire tra ampliamenti, modifiche di destinazione, sanatorie e quant’altro. Resta inoltre da capire perché debbano esistere cittadini più cittadini degli altri, che possono realizzare insediamenti in zone improprie mentre altri si vedono negare l’installazione di un precario per un pollaio.
- Dal peraltro parzialissimo panorama -non abbiamo esaminato le altre varianti in corso di elaborazione, Rio Marina, Rio Elba, Marciana- considerato ci appare dovrebbe emergere evidente la necessità impellente di addivenire a decisioni al più presto operative per dotare di organicità e chiarezza le opzioni di governo urbanistico nell’ambito di un effettivo protagonismo dell’Ente Parco, in grado di assecondare-coordinandole le spontanee scelte locali, compatibilizzandole alle non più ulteriormente eludibili esigenze di salvaguardia e valorizzazione del territorio elbano nel suo insieme.
- La proposta Barbetti ci appare assai apprezzabile, in quanto praticabile, soprattutto a fronte del totale disimpegno che in questa prospettiva caratterizza la generalità della amministrazioni locali.