Fanghi a Piombino. Gennaio 1999

Fanghi a Piombino. Gennaio 1999

Gli ambientalisti elbani preoccupati per lo smaltimento in mare dei fanghi del porto di Piombino

Sono in corso le procedure per avviare i lavori di dragaggio del porto di Piombino, crediamo sia una giusta esigenza per la riqualificazione di un porto e di un territorio che necessita una riconversione economica di cui la struttura portuale può essere il volano. In questo senso, è inevitabile trovare un luogo adatto per conferire i fanghi derivanti dal dragaggio, meno comprensibile è, sulla base delle informazioni in nostro possesso, l’area di mare al momento individuata per lo smaltimento : i 540.000 metri cubi di fanghi portuali dovrebbero essere scaricati in un tratto di mare di circa 100 kmq. a nord dell’Elba, nella zona attraversata dai cavi e vietata alla pesca, di fronte alla costa tra Portoferraio e Sant’Andrea. Nella proposta si può leggere un’attenzione alle reali (ma discutibili) esigenze della pesca a strascico e di circuizione, molto meno per altri importanti aspetti :

il parlamento ha appena approvato una nuova legge “Nuove norme di intervento in campo ambientale” che, tra le molte novità, individua l’Alto Tirreno e il Mar Ligure (Francia, Principato di Monaco e Italia) quale Santuario Internazionale dei Cetacei, un’area per la salvaguardia di balene e delfini che comprende anche la zona proposta per lo smaltimento dei fanghi portuali, sarebbe davvero strano inaugurare il Santuario con un rilascio di migliaia di metri cubi di rifiuti.

La zona dell’ipotizzato scarico è stata indicata sulla base di dati bibliografici risalenti al 1992, dai quali si presume che il materiale verrebbe disperso a largo grazie a correnti dominanti est-ovest, tutto questo in un tratto di mare ristretto tra Corsica, Elba e continente ed in un mare chiuso come il Mediterraneo.

Con un po’ si soldi ed un minimo di ricerca si potrebbero ottenere buoni risultati per il conferimento dei fanghi senza arrivare allo smaltimento in mare, gli esempi, anche vicino a Piombino, non mancano.

Non intenzioni delle associazioni ambientalistiche sollevare polveroni allarmistici o partecipare alle ridicole e sciocche polemiche che vogliono l’Elba contrapposta o “colonizzata” da Piombino, anzi crediamo che la costa piombinese e l’Elba siano coinvolte ed interessate nella stessa misura alla risoluzione di questo (e di tanti altri problemi) che riguardano l’agibilità di un porto così importante e la salvaguardia dell’ambiente marino. Vogliamo capire se sono state attentamente studiate ipotesi alternative quali il riciclaggio ne riutilizzo e/o lo stoccaggio a terra dei fanghi depurati.

Vi sono altri problemi ambientali richiamati, anche ragioni di immagine turistica da valutare attentamente, occorrono quindi precise garazie e grande attenzione prima di fare una scelta definitiva che potrebbe rivelarsi sbagliata.

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