Galawatta, Sri Lanka, 4 dicembre 2018
Amal, il deciso ragazzino che abbiamo conosciuto 14 anni fa oggi è a pieno titolo il manager di una semplice ma articolata struttura per l’ospitalità, gestita alla loro maniera. Ma qui ancora si respira autenticità, a parte i cubi di cemento che sorgono a poca distanza e in lontananza il mostro che ha sfigurato la splendida insenatura di Unawatuna e il profilo ammaliante del suo promontorio con il candido dagoba sulla sua estremità.
L’ampio palmeto e le cabanas sul mare sono la perfetta applicazione di quanto il viaggiatore si aspetta dai dei mari del sud.
Anche se l’atmosfera sta rapidamente cambiando per sempre la linea di costa rendendola omologata e uguale dovunque, qui il luogo è ancora accogliente, naturale e vero.
Turtle Rock, come lo abbiamo battezzato noi con i bambini, in quel fatidico 2004, si erge sempre imperioso sul lato sinistro della struggente piccola baia protetta dal reef, anticipando la costa meridionale, punteggiata di baie perfette e scogliere, i luoghi dove ancora si vedono le caratteristiche postazioni dei pescatori locali, divenute una delle icone di Ceylon. Anche loro, però, aggrediti dall’incessante massa di scatti che li attendono ogni giorno, si sono immersi nel business, e sempre in agguato c’è un loro manager che prontamente ti chiede la parcella ad ogni foto scattata.